• DOMENICA 08 SETTEMBRE 2024
Interviste

60 seconds with Qubiko

il dj e producer pugliese, la sua recente onorificenza, i suoi maestri ed il suo rapporto con i social. E a proposito dei cartoni per le uova…

foto ufficio stampa Qubiko

Classe 1985, origini pugliesi, Giuseppe Di Stasi in arte Qubiko è un dj che nel corso degli ultimi anni ha avuto release per etichette discografiche quali Defected, DFTD, Spinnin’ Records, Toolroom ed Ultra Music. Lo scorso settembre ha ricevuto alla Fiera del Levante il riconoscimento Apulian Music Ambassador: è sempre molto importante quando ci si ricorda di insignire un dj, in Italia non è così frequente. A dicembre Qubiko è atteso da un tour in India: nel frattempo conosciamolo meglio con le sue risposte in 60 secondi.

 

 

Il primo disco che hai comprato?
‘Bad’ di Michael Jackson (1987). Un ricordo ancora nitido.

Il tuo idolo quando eri agli inizi?
Ne ho più d’uno: sicuramente il primo è mio padre, sassofonista e direttore d’orchestra; grazie a lui è maturata la mia passione per la musica. Gigi d’Agostino, che ha accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza ed un mio idolo anche adesso; Fabio Ricciuti, uno dei primi dj House che io abbia mai ascoltato e con il quale nel tempo ho instaurato un rapporto fraterno.

Se non fossi diventato una dj adesso saresti…
Un astrofisico. Al 100%.

Che lavori hai fatto prima di diventare un dj ed un producer a tempo pieno?
Ero un operaio in una fabbrica di scarpe, guadagnavo 300 euro al mese.

La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Andai in un’azienda che costruiva cartoni le uova; ne comprai circa 500 per insonorizzare il mio studio. Il risultato? Nessuno! Soltanto tanta puzza di galline mista a quella di uova marce!

La tua serie tv preferita?
Lost. L’ho vista sei volte.

Il tuo rapporto con i social?
So bene che per il mio lavoro i social sono importanti, anche se la mia vita non dipenderà mai dallo schermo di uno smartphone. Cerco di fare un uso corretto dei social; se qualcuno dall’alto decidesse di staccarne la spina, non sarebbe comunque un problema, quantomeno per me.

I tuoi hobby?
Mi piace leggere, libri o semplici articoli in rete. Ultimamente sto seguendo il ricercatore Corrado Malanga, in particolare per quanto riguarda la scoperta del tunnel della Piramide di Cheope.

Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Non mi sento all’altezza di dare suggerimenti, ma se dovessi dare un consiglio dire di provare sempre ad eccellere e di non smettere mai di imparare, applicarsi e migliorarsi, trovandosi un maestro ma non quelli che si vedono sul web ma un maestro vero come nel mio caso Fabio Ricciuti. Qualcuno che abbia voglia di insegnare e a sua volta di imparare. Ci si deve sbattere tantissimo, fidandosi del proprio istinto e dedicarsi a quello che si fa sino allo stremo delle forze, in modo da diventare il numero uno.

Un errore che non rifaresti?
Se tornassi indietro rifarei tutto allo stesso modo. Tutti noi siamo il risultato di quello che abbiamo vissuto.

La scelta migliore della tua vita?
Qualche anno addietro ho fatto scelte personali che hanno cambiato la mia vita. Oggi posso confermare che erano le scelte giuste.

 

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Dan Mc Sword
Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.