Sergi Elias è A&R presso Blanco y Negro Music. Come Andermay, ha pubblicato alcune tracce e lavorato per band dai mood anni ’80 sino a trovare un buon partner per remixare dei lavori degli Italoconnection. Oggi, Elias spiega come è nata la release ‘Disco Futuro’: progettando una compilation, selezionando un responsabile di alta gamma e quindi estraendo dal cilindro magico il nome di Fred Ventura (nell’immagine di apertura insieme al proprio partner nel progetto Italoconnection Paolo Gozzetti). L’intenzione era quella di “liberarsi dal concetto di new wave o new Italo disco”, spiega Elias che illustra l’iniziativa nata in breve tempo in Spagna.
Perché due cd con le stesse canzoni?
La tracklist non è esattamente la stessa in entrambi i cd. Ad esempio, alcuni artisti come Andermay e Nouvelle Phenomene hanno tracce diverse in ogni disco. L’idea era di dare una doppia opportunità alle persone di potersi godere le tracce.
Sei un grande amante della Italo disco, perché?
Un amante di questo genere può godere di tracce vocali commerciali ma anche di vibe strumentali e di quella che è stata la corrente synth wave. Se si ascoltano le performance degli Italoconnection o i miei set, si nota la combinazione di classici Italo disco con uscite di brani recenti. Alcuni pezzi potrebbero avere più groove funky, più elettronica o semplicemente un suono più spaziale, resta il fatto che il suono risulta sempre credibile.
Pensi che il suono di Italo Disco possa trovare uno spazio nel mainstream?
La Italo disco è stata fondamentalmente un movimento commerciale. Di solito, quando parliamo di mainstream, ci riferivamo alla canzone che diventa crossover. Oggigiorno c’è molta produzione Italo disco ma il focus è diverso. Non penso che la classica produzione troverà un posto nel maistream odierno, tuttavia c’è una possibilità di entrare nel pop se la corrente verrà paradossalmente percepita come nuova dalle generazioni Y, millennial o X. Conosco un sacco di produttori che sono cresciuti ascoltando musica Italo disco e discomusic e sono davvero entusiasti di creare ancora oggi canzoni in questo stile. Negli ultimi 15 anni di produzioni house, EDM o techno ho avvertito una precisa sensazione: che la Italo disco riesce sempre a contagiare nuovi generi e nuove produzioni.
Le nuove tecnologie che affioravano negli anni Ottanta rimisero in gioco ogni parametro. Certi hardware crearono generi, prima con la Italo disco, poi con la house e la techno. Succede ancora oggi?
Ogni nuovo sintetizzatore aveva un suono nuovo e unico che tutti volevano riprodurre. Oggi, con tutti i plug-in e la tecnologia in circolazione, alcuni produttori vogliono tornare ai vecchi suoni di sintetizzatore. Le influenze Italo disco negli anni ’80 si basavano principalmente sulla discomusic e la high energy, ma negli ultimi 30 anni abbiamo avuto un numero incredibile di suoni elettronici diversi che, al contrario, sicuramente influenzeranno il suono Italo disco attuale.
Fred Ventura racconta, da parte sua, di come sia nato il progetto ‘Disco Futuro’?
Dopo vari incontri casuali e qualche partecipazione agli stessi eventi in giro per l’Europa, Sergi Elias della Blanco y Negro mi ha proposto di compilare il primo volume di una nuova serie di compilation con l’obiettivo di far conoscere quanto c’è di buono tra le novità filo Italo disco, electro disco e synthpop contemporanee. Mi è sembrata un’ottima idea e nel giro di pochi giorni ho raccolto le tracce che più mi avevano colpito in tempi recenti e le ho proposte con l’aggiunta di qualche produzione del progetto Italoconnection che condivido con Paolo Gozzetti.
Quali problemi hai riscontrato durante la produzione dei singoli e nella selezione?
Devo ammettere che è stato più facile di quanto credessi, i brani scelti in modo istintivo e seguendo il mio esclusivo gusto musicale si sono miscelati perfettamente e ho cercato di ricreare la mia idea di dj set privilegiando i brani più lenti nella parte iniziale della raccolta.
Una serie di remix apporterebbero un valore aggiunto all’intera release?
A mio avviso oggi la pratica del remix è sin troppo abusata ed onestamente credo che la maggior parte dei brani scelti siano perfetti nelle loro versioni originali. Il primo volume di ‘Disco Futuro’ vuole rappresentare la mia personalissima idea di quello che vorrei ascoltare nei club.
In che genere collocheresti ‘Disco Futuro’, solo nella Italo Disco, nella Nu Disco, dove?
Per me è semplicemente una raccolta di disco elettronica influenzata dagli Ottanta, la maggior parte degli artisti presenti non nasconde la fascinazione per quel decennio ma riesce ad evitare lo spirito nostalgico e porta avanti l’obiettivo di creare la musica dance del futuro. I club di Berlino, Helsinki, Oslo, Stoccolma portano avanti proposte simili da molti anni, un bel mix di classici old school e nuove proposte.
Quale hardware o software è stato decisivo nella produzione dei singoli? Come si fa a creare il tuo suono?
Quando io e Paolo (Gozzetti) lavoriamo alle nostre produzioni, comprese le cinque presenti nel cd, ci avvaliamo di Ableton Live; hardware e outboard analogico risultano decisivi per creare il nostro suono vintage modernista.
Come sei intervenuto in fase di mix e mastering?
Il lavoro di mixing nel secondo cd è opera di Sergi, non è il mio campo, preferisco fare bene il mio lavoro di selecter.
Tecnicamente, reputi ‘Disco Futuro’ un progetto perfetto?
La perfezione ahimè non esiste, cerco sempre di ottenere il massimo rimanendo costantemente informato su quello che succede intorno a me. Dedico molto tempo alla ricerca di nuovi brani interessanti o vecchie chicche perse per strada, è un lavoro impegnativo ma mi fa sentire presente anche dopo 36 anni di attività.
08.08.2019