Foto: Mark Vonesch
Cosa non possono fare i funghi? Non sorprende che possano anche creare musica interessante, con un piccolo aiuto del musicista canadese Tarun Nayar, la mente che crea della colta elettronica ispirata alla natura sotto il nome di Modern Biology. Molti dei brani musicali di Nayar, che lui definisce “musica organismica”, sono creati registrando gli impulsi bioelettrici di piante e, appunto, funghi. Utilizzando una varietà di sintetizzatori modulari e piccoli cavi di collegamento delicatamente collegati ai miceti, questo folle nordamericano è in grado di estrarre alcuni dei suoni più affascinanti.
Nayar, che è un biologo esperto, ha avuto anche una formazione nel settore della musica classica indiana fin dall’infanzia. Questa miscela sinergica di scienza e arte ha avuto un’importante e costante influenza nella sua vita. Durante la pandemia, sfruttando il tempo a disposizione, Nayar ha trascorso molto tempo nella parte settentrionale delle isole del golfo della Columbia Britannica, costruendo i propri sintetizzatori, imparando di più sulla sintesi modulare e leggendo il lavoro dei decenni precedenti sull’uso delle piante nelle composizioni musicali.
Un modo diretto per connettersi con l’ambiente e per ricordare che la natura è viva: la vita, il mondo, tutto è pieno di elettricità e di vibrazioni, e questa tecnica di composizione ne sfrutta le potenzialità. Come funziona tutto questo? Le apparecchiature convertono la bioelettricità di piante e funghi, nonché la radiazione elettromagnetica ambientale, le registrazioni sul campo e altre fonti ambientali in informazioni musicali. I lievi cambiamenti nella resistenza elettrica di una pianta vengono poi tradotti in cambiamenti di intonazione e ritmo su un sintetizzatore. Una tecnica piuttosto rodata, questa, sviluppata verso l’inizio degli anni Duemila. Oltre a lavorare con i funghi, Nayar ha espanso la sua visione sino alla frutta come la papaya, il mango, l’anguria e persino il cactus.
La Festa del Salame di Cremona, invece, andata in scena dal 6 all’8 ottobre scorsi nel capoluogo lombardo, ha fatto da cornice a un curioso evento. Nel corso della kermesse l’ignegnere del suono Nicolò Zilocchi ha infatti creato uno strumento musicale unico nel suo genere: una tastiera fatta di… salami. Toccando i salami a cui sono collegati dei particolari sensori, Zilocchi è riuscito nel suo intento: suonare e quindi riprodurre una definita gamma di suoni che vanno dall’organo alla batteria elettronica.
Una sezione di salami riproduce il suono degli archi, un’altra guida la sequenza di una batteria elettronica. Per suonare i salami basta toccarli: ogni tocco dà vita a un suono. Un modo, questo, per celebrare il salame e la musica, due capisaldi della città di Cremona.
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04.01.2024