Foto: Neu Communications
“Aspetta, ma questa non l’ho già sentita?”... Ascoltando la radio oppure ballando in discoteca, i déjà-vu sono sempre più frequenti. Il passato sembra non volersene andare dal presente della musica dance. Il sound del futuro senz’altro sta arrivando, ma tra cover, remix, rework e mash up non è facile sentirlo.
La febbre latina che per qualche tempo ha riempito i dancefloor di reggaeton ha oggi temperature più basse, ma non ci sono state rivoluzioni. Produttori e DJ più che al nuovo si affidano a melodie che ci sono familiari… In altre parole, all’usato sicuro. Così facendo, rinunciano a gran parte dei potenziali guadagni, visto che autori di musiche, testi ed editori dei grandi successi continuano ad incassare quando se ne pubblica una nuova versione. È un rischio calcolato. Sulle piattaforme oggi bisogna pubblicare spesso, per cui questa strategia la usano anche molte label dance. Né mancano realtà che propongono veri e propri bootleg dedicati ai DJ, su Beatport e non solo.
Spesso pubblicano cover anche artisti della scena elettronica, creando clash inediti tra credibilità underground e voglia di visibilità mainstream: Nina Kraviz nel 2023 ha riproposto ‘Bailando’ dei Paradisio, mentre Deborah De Luca ha pubblicato sua versioni di classici dance come ‘Gam Gam’ (Mauro Pilato e Max Monti, 1994) e ‘Children’ di Robert Miles (1995, ma un classico senza tempo rivisitato e campioanto da chiuqnue in trent’anni). Indira Paganotto ha spopolato con un remix di ‘Bamboleo’ dei Gipsy Kings. Qualcosa che nel serioso panorama techno, fino a pochissimi anni fa sarebbe stato semplicemente impensabile.
Tiësto, Dimitri Vegas & Like Mike e Gabry Ponte hanno recentemente proposto una versione ad alto impatto di ‘Mokingbird‘, classico hip hop di Eminem uscito nel 2005. Il brano, suonato in anteprima da Tiësto all’Ultra lo scorso 22 marzo, è già entrato nei set di tanti top DJ. Forse questa cover non diventerà un successo assoluto, ma serve comunque a far ballare il mondo, mentre tiene alto il nome di chi l’ha prodotta.
Lo sa bene pure Gigi D’Agostino: ‘Shadow of the Night’, il singolo che ripropone 25 anni dopo le atmosfere della sua ‘Another Way’, suona bene ed arriva dopo il successo assoluto di ‘In my Mind’ (mash up realizzato nel 2018 da Dynoro mettendo insieme ‘In My Mind’ di Ivan Gough con ‘L’Amour Toujours’). In fondo Gigi da sempre “remixa” sue melodie e ritmi elettronici. Oggi lo fa con Luca Noise in EP come ‘Sound of Love’, già lo faceva nel 2007, ai tempi di ‘Lento Violento’, quando proponeva sue versioni di capolavori come ‘Impressioni di settembre’ della PFM.
E che dire di David Guetta? ‘I’m Good (Blue)’, rielaborazione della mitica hit degli Eiffel 65 uscita nel 2022, sta pian piano raggiungendo lo stesso numero di ascolti (1 miliardo e 600 milioni solo su Spotify) di ‘Titanium‘, pubblicata nel 2012. E non si è più fermato: ha rimesso mano a pezzi di diversi artisti del passato, fino alla recente ‘I Don’t Wanna Wait’ insieme a One Republic, dove riprende ‘Dragostea Din Tei’ di Haiducii. Se Guetta, l’unico DJ a riuscire a proporre due top party a settimana a Ibiza (il venerdì all’Hï, il lunedì all’Ushuaïa) propone cover, perché non dovrebbe farlo anche un artista emergente? Senz’altro l’artista francese non sbaglia. È almeno dal 2009, l’hanno in cui creò ‘I Gotta Feeling’ con The Black Eyed Peas, che è tra i top DJ del pianeta, come conferma la Top 100 DJs 2023. Se in questo momento si sente più ‘rockstar del mixer’ che produttore, fa bene a remixare il passato della dance.
Chi invece è a inizio carriera potrebbe serenamente scegliere di produrre musica nuova, collaborando magari con cantanti e musicisti. Certo, pubblicare in free download un mash up dietro l’altro è più facile: ogni creazione, anche quelle non così riuscite, può diventare anche un contenuto social. Può addirittura far gridare, in discoteca, “questo l’ha fatto lui!” al vocalist di turno. Ma c’è chi della rivisitazione del passato ha fatto una cifra estetica: la maestria dei DJs From Mars nel ritoccare le hit, ad esempio, è cosa rara. I due DJ e producer piemontesi sono un esempio anche per la presenza scenica: con le loro scatole in testa, sovvertono il rito dei DJ superstar ed amplificano l’energia del pubblico. Scegliere l’invisibilità, come fecero i Daft Punk negli anni ’90, nell’era dei selfie sul palco, però, è dura.
Cover, remix e bootleg sembrano oggi fondamentali, come l’hype sui personaggi. Molti sono convinti che il successo di un DJ nel 2024 nasca dal buzz, dai social. Senz’altro non è il caso di Fisher, artista in ascesa verticale, arrivato quest’anno ad una residenza all’Hï Ibiza. I divertenti video del DJ australiano funzionano, ma contano molto di più tracce come ‘Losing It’, brano originale pubblicato nel lontano 2018. Anche il rework di ‘Jamming’ di Bob Marley & The Wailers ed il remix di ‘Waiting For Tonight’ di Jennifer Lopez, entrambi recenti, sono solo le ciliegine di una torta fatta di house senza tempo.
Per tornare al centro della scena, tra cover e l’altra, DJ e produttori dance italiani potrebbero ascoltare con attenzione cosa combinano i loro colleghi tra pop e trap. ‘Sinceramente’ di Annalisa cita palesemente l’inciso di ‘Can’t Get You Out Of My Head’ di Kylie Minogue (2001), ma non è certo una cover; ‘Cenere’ di Lazza inizia come un brano di Moby, ma poi spinge forte sulla cassa in 4/4; ‘Apnea’ di Emma non è altro che una versione dance della mitica ‘Tu’ di Umberto Tozzi, con il sound design di Fred Again.. ma è, nel contempo, anche una canzone originale al 100%. Gli esempi di hit pop create in stile dance sarebbero innumerevoli, ma il più riuscito è forse ‘Chiagne‘ di Geolier e Lazza, guarda caso prodotta da due volpi del settore, Takegi & Ketra. I due rapper cantano su una base molto vicina a ‘Gli Angeli’ di Vasco Rossi .(perlatro campionata da Marracash nel 2021 nella sua ‘Io’). La bella melodia è però molto diversa da quella scritta dal Blasco, per cui ‘Chiagne’ non è una cover, non contiene interpolazioni (elementi non originali di altri brani)… e arriva subito al cuore, non solo alle orecchie.
Perché come diceva un certo Pablo Picasso, se l’artista copia, il genio ruba. I produttori dance un tempo questa filosofia sapevano metterla in pratica. Non resta che tornare a seguirla, in studio. Ognuno a proprio modo e con il suo stile. Ascoltare e ballare dance tornerà ad essere sorprendente e, perché no, divertente.
05.06.2024