foto: Kai Behrendt e Jan Heesen
Airbeat One è un festival che da anni ha un’identità ben precisa, la tipica organizzazione alla tedesca precisa al millimetro ed una scelta musicale in grado di soddisfare i palati sonori elettronici più variegati.
Airbeat si svolge ogni anno nella città di Neustadt-Glewe, appartenente al Meclemburgo-Pomerania Anteriore, uno dei sedici stati federati della Germania, che si affaccia al nord sul Mar Baltico e ad est confina con la Polonia: si tratta della zona teutonica meno popolata, un’ottima scelta quando si deve organizzare un festival che anche quest’anno ha saputo radunare più di 200mila persone provenienti da 60 nazioni diverse.
Come sempre il concetto di festival che vige in Nord Europa ha una serie di suoi codici, di consuetudini e leggi non scritte, che in Italia e in generale nell’area mediterranea non sono così usuali. Airbeat One non fa eccezione. Quali sono queste regole? Della scelta dell’area più isolata possibile – i britannici in questi casi ricorrono alla definizione in the middle of nowhere – si è già scritto; gran parte del pubblico presente si sposta in camper o con la tenda da campeggio, chi si reca e vuole tornare a casa a fine serata per non dire all’alba può contare su un sistema di trasporti pubblici sempre funzionante, il tutto reso più semplice dall’attitudine nord europea del sapersi mettere ordinatamente in coda.
Tutto ciò rappresenta ovviamente il presupposto perché un festival funzioni, regali emozioni e valga l’esperienza vissuta. Come per ogni dolce, la pasta sfoglia deve essere preparata come si deve, ma poi servono ingredienti di ottima qualità e ad Airbeat One ci sono tutti.
Il festival viene concepito come un autentico villaggio del divertimento, con tanto di ruota panoramica, bungee jumping, area chill con le amache e tanto altro. Quello che poi fa davvero la differenza è il main stage lungo 165 metri ed altro 45 e che ogni anno viene dedicato ad una nazione diversa; quest’anno il palco principale è stato dedicato alla Francia, con scenografia ed allestimenti che proponevano senza soluzioni di continuità una fedele riproduzione dell’Arco di Trionfo, della reggia di Versailles e del Louvre. Uno dei ledwall principali era proprio concepito come la Piramide del Louvre.
“Ho pensato ad un festival ispirato da eventi come Sensation ed in generale da quelli della compagnia ID&T – spiega Sebastian Eggert, CEO di Airbeat One – Non è stato semplice arrivare dove siamo arrivati. Serve avere una visione a lungo termine, essere consapevoli che le prime edizioni si concludono sempre in perdita. Anno dopo anno siamo cresciuti, senza mai smettere di crederci e abbiamo smesso di avere il segno meno alla fine del nostro bilancio: anche e soprattutto senza inseguire a tutti i costi i top dj che ogni anno costano sempre di più, un gioco al rilancio alimentato dalle loro agenzie al quale non ci si deve mai più prestare”.
Altro indiscusso punto di forza di Airbeat One, la sua line up, capace di coprire ogni genere di musica elettronica con una scelta a 360° in ogni sua giornata, da giovedì 11 a domenica 15 luglio (con tanto di anteprima mercoledì 10): limitandosi al main stage, si è passati da Armin van Buuren a Paul Kalkbrenner, da Charlotte de Witte ad ALOK e a Tiësto per arrivare agli Scooter. Questi ultimi come sempre inarrestabili e irresistibili, capaci di dar vita ad autentici cori da stadio quando si è intonato “Fuck 2020”.
Altrettanto bravo Boris Brejcha, abile nel proporre durante il tramonto un set non troppo carico, per poi salire di battuta in battuta in modo da far trovare la tavola apparecchiata a Charlotte de Witte nel migliore dei modi. Negli altri palchi spazio alla techno dura e pura, così come non poteva mancare lo stage dedicato all’hard style, quest’ultimo come sempre capace di radunare un pubblico più trasversale che mai, non soltanto in termini anagrafici.
È sempre divertente e coinvolgente vedere 20enni e over 50 ballare insieme, vestiti come se si stesse partecipando all’Oktober Fest piuttosto che ad un Carnevale, così come non mancano mai le coppie che sfoggiano orgogliose la t shirt del proprio dj preferito con le date del suo world tour. Quando poi il dj di turno ha suonato ‘Country Road’ in versione hardcore è stato un momento di autentico delirio collettivo, con il pogare che la faceva da padrone e persino gli alberi della foresta intorno al festival che sembravano seguire il ritmo.
Airbeat One 2024 passa così agli archivi ma è già possibile pensare all’edizione dell’anno prossimo. Come da prassi di tutti i più importanti festival, sono già state annunciate le date della prossima edizione, in calendario da giovedì 9 a domenica 13 luglio 2025: i biglietti saranno disponibili sul sito ufficiale dal 1° agosto prossimo. Un millesimo di secondo dopo appena trascorsa la mezzanotte, come la precisione teutonica prescrive.
24.07.2024