foto ufficio stampa Silverlining
“Silverlining & Friends: Collaborations 1996-2001” è il titolo della raccolta uscita sull’etichetta discografica olandese Ninih con la quale Silverlining – all’anagrafe Asad Rizvi – mette un punto fermo ed un punto a capo su una fase molto importante della sua attività di produttore, una sorta di best of delle sue collaborazioni e delle sue attività a cavallo tra due millenni. Un ottimo spunto per conoscerlo meglio con le sue risposte in 60 secondi. E per chi vorrà sentirlo dal vivo, giovedì 31 ottobre 2024 per Halloween sarà al party Shine on You di Torino.
Il primo disco che hai comprato?
Credo sia stato ‘It’s ‘Orrible Being in Love when you’re 8½’ di Claire & Friends (1986), che mi ha con tutta probabilità ispirato nello scegliere il nome di Silverlining and Friends.
Il tuo idolo quando eri agli inizi?
Colin Dale.
Se non fossi diventato un dj adesso saresti…
Un fotografo o uno scrittore.
Che lavori hai fatto prima di diventare un dj ed un producer a tempo pieno?
Ho lavorato nella camera oscura di un giornale locale, stampavo foto in bianco e nero.
La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Ho iniziato a comprare più dischi.
Il tuo rapporto con i social?
Per tutelare la mia privacy utilizzo soltanto Instagram, ho completamente eliminato dalla mia vita Facebook e WhatsApp. In questo modo Meta non può costruirsi un mio profilo completo e io posso comunicare ugualmente la mia musica. Instagram è il più creativo dei social network e va utilizzato in modo sia a nostro vantaggio invece a che a favore delle big tech.
I tuoi hobby?
Oltre alla musica, fotografia, escursioni e stare con le persone a me più care.
La tua serie tv preferita?
Breaking Bad, sempre il top.
Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Trovate il vostro groove e siate sicuri di fare tutto con il cuore. Avrete la vostra legittimazione quando gli altri capiranno che siete autentici. Non ci sono alternative né scorciatoie.
Un errore che non rifaresti?
Per anni ho pensato che una persona come me non fosse adatta all’industria musicale, vivevo una sorta di sindrome dell’impostore alimentata da narrazioni esterne.
La scelta migliore della tua vita?
Andare a vivere a Valencia.
28.09.2024