foto: Mujazat Alfakiha
Dubai è da tempo una delle capitali mondiali dell’intrattenimento serale e notturno e la prima edizione emiratina dell’International Music Summit, svoltosi giovedì 13 e venerdì 14 novembre 2024 ha messo una volta di più Dubai e tutto quanto le gravita intorno al centro della scena, con una serie di panel, talk e momenti di confronto che hanno radunato addetti ai lavori un po’ da tutto il mondo.
Come già abbiamo avuto modo di rilevare, i top player del nostro settore hanno messo da tempo nel loro mirino Dubai, dove da tempo si sono insediati ad esempio Tomorrowland ed Ushuaïa Ibiza, così come il gruppo Pacha fa parte del portfolio di Five Hospitaly di Dubai. Negli Emirati hanno ben compreso che club e festival e più in generale il turismo musicale generano un indotto molto importante, con le sue istituzioni che sono sempre in prima linea nell’incentivare ogni manifestazione che incrementi le presenze dei suoi visitatori: l’obbiettivo è di arrivare nel 2030 a ben 25 milioni di visitatori, un obbiettivo raggiungibile anche e soprattutto per due caratteristiche decisamente favorevoli: il clima estivo tutto l’anno ed il fatto che Dubai debba essere considerata una delle città più sicure al mondo.
Come in tutto questo club e festival possano e debbano giocare una partita importante se n’è discusso e parlato durante i due giorni dell’IMS, cercando soprattutto di capire a quale modello ispirarsi. Dubai è un mix in continua evoluzione di realtà quali Ibiza, Miami e Las Vegas. Ibiza perché si punta senza esitazione ad avere una concentrazione di eventi che propongano i migliori dj senza soluzione di continuità: Ibiza vince sempre perché in ogni sera trascorsa sulla isla le alternative in ambito clubbing non mancano mai.
Miami è un riferimento per un discorso che si potrebbe definire sia logistico sia architettonico: Dubai Marina propone il porto turistico più grande del mondo, vialoni per le passeggiate dove le palme la fanno da padroni insieme ai negozi monomarca degni dei migliori fashion e food district mondiali. Infine Las Vegas: le analogie con la città del Nevada e Dubai si rinvengono nella massiccia presenza di hotel alti come grattacieli dove sono presenti ristoranti e discoteche, in modo da permettere a chi vi risieda di avere tutto all’interno di un unico sito. Considerazioni che valgono hic et nunc: qui ed ora. Dubai è un cantiere aperto sette giorni su sette, 24 ore al giorno, la costruzione di hotel e grattacieli non si ferma davvero mai, pertanto quello che vale adesso potrebbe essere superato molto in fretta.
“Ho suonato a Ibiza per la prima volta nel 1999, le donne non potevano accedere alla console così come non c’era traccia di alcool – ha spiegato Pete Tong, uno degli organizzatori dell’IMS – In poco tempo tutto quanto è cambiato in maniera radicale, come nessuno si sarebbe mai potuto immaginare. Tutto questo non va ridotto nel definire Dubai la nuova Ibiza, non avrebbe senso, anche perché questa metropoli ha tutto per sviluppare la propria personalità sfruttando i suoi punti di forza”.
“Dubai continua a crescere, così come cresceranno le presenze dei dj e delle loro fan base – parole di Aloki Batra, CEO di Five Group Hospitality / Pacha Group – I dj ed i loro pubblico diventeranno sempre più esigenti e avranno sempre maggiori aspettative; Dubai dovrà trattarli in maniera adeguata, forti di un concetto di ospitalità che ha pochi eguali al mondo”.
Dubai sarà sempre più al centro della nightlife internazionale, forte di un mix che unisce divertimento di qualità, regole molte precise e ovviamente una serie di diversità culturali che si uniscono e si rafforzano grazie alle rispettive differenze: lo si è visto ad esempio al Soho Garden, struttura pazzesca che ha ospitato i party dell’IMS, con i set tra gli altri di Deep Dish, Olympe e Pete Tong b2b Echonomist. La sensazione che ci sta accompagnando dopo essere stati a Dubai per la seconda volta in due anni? Siamo soltanto agli inizi di un percorso che porterà i suoi protagonisti molto, molto lontano.
28.11.2024