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Quale sarà il futuro della techno? Legata oggi a grandi eventi mainstream e simboleggiata da top dj che rivaleggiano con le rockstar per incassi e popolarità, questo genere musicale resta per fortuna vivo anche nei club del pianeta.
Se questo circolo virtuoso tra underground e grandi numeri continua e continuerà a lungo a far ballare il mondo, è grazie al lavoro fatto negli anni da artisti da sempre sospesi tra ricerca ed efficacia sul dancefloor come Richie Hawtin. Nel 2025, l’artista canadese riporterà sul palco il suo alter ego Plastikman. L’attesa sta già crescendo e tra le esibizioni già confermate ce n’è una al Sónar di Barcellona, festival che spesso ha ospitato tante performance di Hawtin. Se durante l’ultimo tour come Plastikman, Hawtin si esibiva circondato da una struttura a LED simile a una gabbia, nel 2025 sarà come intrappolato in qualcosa di vivo e organico, “che pulsa, cresce e collassa, in una in una fusione embrionale di vista e suono”, scrive il Sònar.
Hawtin sui social mantiene il mistero sui prossimi live, mentre racconta volentieri cosa sente oggi riascoltando oggi ‘Musik’, il secondo album del progetto uscito nel 1994. Oggi, trent’anni dopo, viene ripubblicato da Novamute su doppio vinile, anzi su bio-vinyl e in digitale, in versione rimasterizzata. “L’album suona proprio bene anche oggi, con i suoi bassi potenti e le sue drum machine”, racconta l’artista. “In quel periodo avevo messo da parte la distorsione acida e volevo che la sensualità delle sonorità di 303 e ed 808 (bass synth e drum machine Roland, strumenti di riferimento nell’elettronica da sempre ndr) si sentissero forti e chiare”.
In effetti, gli 11 minuti ed 8 secondi di ‘Marbles’, traccia simbolo del disco, suonano decisamente attuali e potenti, anche oggi che funzionano hard techno e tech house. Il sound di Hawtin, che molti a lungo hanno chiamato minimal, in realtà, di minimale non ha mai avuto niente. Ha sempre proposto musica potente, grazie prima di tutto al suo controllo assoluto del suono. Non per caso, anche quando fa ‘semplici’ dj set, per concentrarsi sull’aspetto artistico, spesso si fa accompagnare da fonici che curino la resa sonora di quel che esce dall’impianto di festival e locali.
Figlio di un ingegnere, Hawtin ha passato infanzia e adolescenza ad ascoltare i tanti dischi del padre, mentre lo guardava smontare vari dispositivi elettronici, ricostruendoli e modificandoli. Era quindi forse inevitabile che l’artista, che tra l’altro viveva a Detroit, fin da giovanissimo, finissse a mettere insieme musica e tecnologia, sempre e comunque in modo molto personale.
Trent’anni dopo Hawtin – Plastikman continua a fare di testa sua e la ri-edizione di ‘Musik’ non contiene remix, outtakes e featuring. Perché la techno suona bene, non ha bisogno di orpelli.
19.12.2024