• VENERDì 27 DICEMBRE 2024
Interviste

Gordo: il nuovo EP tra underground e urban

Gordo ha da qualche giorno pubblicato il suo nuovo EP 'No Hay Verano Sin Gordo'. Ci ha raccontato la sua evoluzione e la sua filosofia musicale.

Foto: Ivan Achao

Venerdì 13 dicembre è stato pubblicato ‘No Hay Verano Sin Gordo’, il nuovo EP di Gordo. Quasi a sorpresa a pochi mesi dall’album ‘Diamante’, l’artista americano, al numero 45 della DJ MAG Top 100djs di quest’anno, ha infatti deciso di pubblicare un nuovo lavoro. 6 sono le tracce incluse, e presentano featuring importanti con alcuni dei massimi esponenti di diversi Paesi del Sud America, oltre che quello con la star italiana Sfera Ebbasta e Draxx. Le altre collaborazioni sono con Bad Gyal, Mc Gw, Emilia, Junkie Kid e Eladio Carrion. Abbiamo raggiunto Gordo per fargli qualche domanda, e per farci raccontare, oltre che l’EP, la sua continua voglia di evoluzione musicale e i suoi obiettivi nell’unire la musica house e tech house con diverse influenze provenienti dalla musica latina (e non solo).

Questo tuo nuovo EP è il secondo lavoro discografico in meno di 5 mesi. Da cosa pensi sia dettata questa scelta? Pensi che la tua esigenza, come artista, sia più quella di produrre come forma di ispirazione e di “sfogo” o di pubblicare e rendere accessibile le tue canzoni al pubblico?
Ho sempre fatto uscire album ogni 4 anni, per me la qualità è più importante della quantità di canzoni che faccio uscire e quindi ho avuto molto tempo per lavorare sulla musica, e tanta musica è la musica su cui ho lavorato. ‘Diamante’ è un lavoro estremamente eclettico e artistico e per questo EP ho sentito il dovere di pubblicare canzoni più da club. È difficile creare qualcosa che piaccia a tutti, se lo fai diventi mediocre e commerciale. Ho voluto produrre canzoni create apposta per certe zone del mondo come la Spagna e l’Argentina.


È chiaro il tuo obiettivo di unire la musica house a tutte quelle influenze che arrivano dall’America Latina. Anche solo leggendo i featuring di questo EP in cui hai chiamato artisti importantissimi rappresentanti di quelle culture. Credi sia questa l’immaginario che più rappresenta il Gordo del presente?
Sì, credo che sia il mixare le varie culture urban con il mondo elettronico. È qualcosa di significativo e speciale per me. Penso sia il mio obiettivo nella musica. Voglio colmare questo vuoto, sono concentrato nello “spingere” e far conoscere queste culture, perchè ogni Paese ha la propria.

 

 

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Sei un artista in continua evoluzione. Con l’alias Gordo, i primi tempi, ti spingevi molto più verso sonorità “hard”. Quest’estate invece, sia grazie all’ascolto del tuo album ‘Diamante’ sia presenziando al tuo set a Zamna in Francia, ho proprio notato una direzione evidente verso sonorità più tech house con elementi afro, latini e melodici. Sei passato da una musica più energica, “di impatto” a quello che può essere definito più come viaggio sonoro. Ci spieghi un po’ tua necessità di esplorare continuamente mondi diversi?
Mi piacciono tantissimi generi musicali: mi piacciono alcune canzoni che sono lunghe 8 minuti, canzoni “che caricano”, canzoni che fanno ballare le ragazze, canzoni che ti fanno riflettere. Io penso che ci sono alcuni dj che suonano tutti i generi però non lo fanno in modo raffinato. Durante gli anni ho imparato a far divertire il pubblico con diversi stili a diversi bpm, perchè c’è gente a cui piace ascoltare afrohouse, gente a cui piace la tech house, gente a cui piace la disco, gente a cui piace la melodic techno e via dicendo. Io lavoro per queste persone e cerco di perfezionare i miei set in modo da regalare loro la migliore esperienza possibile.

Parlaci di ‘No No No’. Com’è nata questa collaborazione con Sfera?
Ho incontrato Sfera a casa sua tempo fa. Da tempo volevamo fare qualcosa insieme, ma non avevamo il tempo. Quest’estate è venuto durante un mio show a Ibiza e abbiamo parlato e abbiamo capito che era giunto il momento. Io avevo già pubblicato ‘Diamante’ quindi ero piuttosto libero. Ci siamo messi al lavoro immediatamente, una settimana dopo ha registrato la canzone. Il fatto che abbia fatto tutto così velocemente fa capire quanto fosse eccitato anche lui all’idea di fare un pezzo insieme. Questo è il primo brano sui cui ho lavorato per l’EP. 

Non sei nuovo a collaborazioni con artisti italiani. Basta pensare al tuo remix di ‘Cenere’ di Lazza. Un traccia che ha funzionato benissimo sia in Italia che all’estero. Ricordo quando l’hai suonata lo scorso anno a Les Plages Eletroniques: la pista è esplosa! Qual è il tuo rapporto con l’Italia, e con gli artisti italiani?
Io apprezzo davvero molto la scena italiana. L’italia è sempre stata davvero importante per me, fin da quando ero Carnage. Ho suonato molto in Italia soprattutto nel Nord, perchè anche l’hard style è un genere molto forte qui. Mi piace la cultura e sono sempre rimasto affascinato da un mondo totalmente diverso, quindi credo sia divertente collaborare con i nomi più rilevanti di questo Paese. Inoltre ricevere supporto da culture differenti penso sia una grande soddisfazione.

 

Nell’EP, musicalmente parlando, c’è un chiaro riferimento al te del passato, oserei dire addirittura a Carnage: la traccia con Junkie Kid. Ammetto che è una canzone che non mi sarei aspettato di ascoltare in questo progetto, sono rimasto piacevolmente molto sorpreso. Come e perchè hai scelto di inserire questa canzone in un lavoro come ‘No Hay Verano Sin Gordo’?
Eladio Carrillon è un rapper e farlo cantare su una traccia hard techno, è l’ultima cosa che qualcuno si sarebbe aspettato. In molti dei miei set recenti sto suonando da 120 fino anche a 160 bpm, ci sono dei momenti in cui mi piace andare verso sonorità più hard. È un genere molto amato in queso momento. E ad essere onesto sono contento che ti riporti indietro ai giorni di Carnage, perchè vuol dire che posso raggiungere e soddisfare anche tutti coloro a cui manca quel tipo di suono. 

Visti i diversi featuring in questo anno di lavoro, hai mai pensato a un evento live targato Taraka con cui presentare le varie canzoni con gli ospiti? Cosa possiamo aspettarci dalle prossime esibizioni? Ci saranno evoluzioni anche in tal senso?
Ovviamente sarebbe un sogno. Però c’è il grosso problema che tutti gli artisti coinvolti sono sparsi per il mondo, ed è difficile riuscire a riunirli tutti in un unico posto in un’unica data. Con Taraka voglio riuscire riempire quel vuoto che c’è nella musica dance, per cui sento che non vengono rappresentate molte minoranze, come quella black o quella urban. Basta pensare ai più grossi eventi elettronici e underground: non ci sono molti artisti che provengono da quel background. Voglio rappresentare i milioni di persone come me.

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