foto: ufficio-stampa Ultra Music Festival
165mila persone provenienti da 100 nazioni diverse, oltre 30 milioni (!) di visualizzazioni per l’hashtag #ULTRALIVE, set e live da conservare con gioia nel proprio album dei ricordi. La 25esima edizione dell’Ultra Music Festival, svoltasi al Bayfront Park di Miami da venerdì 28 a domenica 30 marzo 2025, ha regalato tantissimi highlights, ascrivendo il titolo di campioni del mondo ad artisti che hanno sempre un ruolo primario nel mercato internazionale dell’elettronica ed ancor più in particolare nel mercato statunitense. Noi siamo stati all’Ultra i primi due giorni, ecco alcuni dei suoi momenti più decisivi da ricordare.
Skrillex è sempre il re dei re
Non è stato difficile eleggere il re dei re dell’Ultra Music Festival di quest’anno. Il suo nome è Sonny John Moore, tutti lo conosciamo come Skrillex. Skrillex è tornato all’Ultra dieci anni dopo la sua ultima esibizione da solista; il suo set è stato un autentico show, come sempre caratterizzato da una tecnica impeccabile, da una selezione sempre in grado di sorprendere e da una serie di special guest che lo hanno accompagnato sul main stage: il rapper britannico Flowdan, l’icona reggae Damian Marley (quattro Grammy Awards), il cantante portoricano Young Miko e Naisha, che ha fatto il suo debutto live proprio all’Ultra. Una volta di più Skrillex ha confermato di essere proprio di un’altra categoria rispetto a tutti gli altri, uno status confermato anche dal suo nuovissimo album, uscito a sorpresa subito dopo il suo set all’Ultra.
Un main stage assolutamente trasversale
Come sempre il main stage dell’Ultra ha saputo essere trasversale ed in grado di offrire più opzioni sonore: Tiësto ha confermato di trovarsi perfettamente a suo agio nel suo set al tramonto, ANYMA e Solumun hanno scelto l’Ultra per il primo dei loro B2B che li vedranno protagonisti quest’estate, mostrando da subito un discreto affiatamento, al punto da giocarsi la traccia da suonare con la morra cinese. Afrojack ha realizzato il miglior momento pop del festival statunitense, chiamando sul palco David Guetta e SIA per l’esecuzione per la prima volta dal vivo della loro hit ‘Titanium’, così come il set di Dom Dolla e John Summit ha saputo suscitare unanimi consensi: John Summit in particolare sta vivendo il miglior momento della sua carriera e sussistono tutti i presupposti perché questo momento duri a lungo e sia destinato ad espandersi sempre di più. Menzione d’obbligo per Armin van Buuren, capace come sempre di suonare con identica intensità in due stage e con due set molto diversi, concetto che si adatta alla perfezione anche a Deadmau5. Entrambi più che autentiche garanzie.
RESISTANCE a tutta techno
Grande era l’attesa per i due set di RESISTANCE, il marchio techno dell’Ultra, che quest’anno può contare non soltanto sui suoi spazi all’Ultra ma anche su M2, un club a Miami e su una imminente stagione estiva all’Amnesia di Ibiza. Un’attesa assai ben ripagata in particolare dai set di Charlotte de Witte e Carl Cox; il set della de Witte è stato un vero e proprio concentrato di energia, una techno sempre dritta come un fuso, che non si ferma mai e soprattutto non stanca mai. Carl Cox non finisce mai di stupire: il suo ‘Carl Cox invites’ era al debutto all’Ultra ed ha ospitato una serie di top dj del calibro di Richie Hawtin e Adam Beyer: qualità assoluta senza se e senza ma.
I live dell’Ultra non tradiscono mai
Altra conferma dell’Ultra, i live nell’apposita arena, dove il pubblico può sedersi ed avere i suoi spazi come se si fosse in un teatro ed assistere a performance di artisti di altissimo livello: bastino in tal senso i nomi di Chase & Status, Pendulum e Gesaffelstein, quest’ultimo in particolare autore di una prestazione tra le migliori in assoluto di questa edizione dell’Ultra, dove come sempre è davvero difficile scegliere verso quale palco dirigersi, quale dj scegliere, quando spostarsi da uno stage all’altro.
Una mission non soltanto musicale
Da tempo l’organizzazione dell’Ultra Music Festival ha voluto dettare la linea non soltanto sul fronte musicale; con il programma Mission:Home ha dato vita ad una sessantina di iniziative dedicate ad esempio alla prevenzione dell’inquinamento, alla conservazione della natura, alla riduzione dei rifiuti ed al riciclaggio del vetro, convertito in sabbia da utilizzare per la protezione delle coste della Florida. Altrettanto funzionale la missione Leave No Trace, in collaborazione con l’associazione Clean Vibes e che ha permesso di tenere pulito il sito del festival e differenziare i rifiuti, in modo da raggiungere per la quinta volta consecutiva il 100% nella raccolta differenziata.
Un Festival di queste dimensioni deve saper proteggere e rispettare l’ambiente dove si svolge, senza alcuna concessione alla retorica ma con il sano pragmatismo che da sempre caratterizza gli statunitensi, aiutati in questo senso da un pubblico sempre disciplinato e da un’organizzazione in grado di far svuotare la sede dell’Ultra in pochissimi minuti. Dettagli non da poco e che fanno sempre tutta la differenza del mondo.
Ultra Music Festival tornerà l’anno prossimo da venerdì 27 a domenica 29 marzo 2026, dopo aver bypassato anche un pesce d’aprile fatto girare sui social e che riferiva di un suo spostamento a maggio. Ci sono cascati in parecchi, ma anche questo non deve stupirci affatto. Tutto vero nel frattempo per quanto riguarda il calendario degli Ultra in giro per il mondo: ad aprile sarà in Australia, come già segnalato nella nostra guida di aprile, a maggio in Sudafrica, a luglio in Croazia, a settembre in Giappone, tutta l’estate a Ibiza. Davvero un impero che non conosce confini. E se li conosce, sa bene come abbatterli.
I biglietti per l’edizione 2026 dell’Ultra di Miami sono già disponibili sul sito ufficiale del festival. Come sempre andranno sold out molto in fretta.
09.04.2025