Foto: Instagram @amsterdamdanceevent
Mi sono preso qualche giorno per pensare e riflettere sull’esperienza che l’ADE mi ha regalato anche quest’anno. L’Amsterdam Dance Event (che quest’anno è andato in scena dal 18 al 22 ottobre), è un evento che, durante la scorsa edizione, avevo deciso sarebbe stato un appuntamento fisso dei miei ottobri successivi. Amsterdam è una città meravigliosa, e per quei cinque giorni di autunno si trasforma in qualcosa di ancora più bello grazie a un’atmosfera di festa che pervade tutta la città. La musica regna sovrana in tutte le sue forme e a tutte le ore del giorno e della notte con conferenze, masterclass, mostre, dj set e live dei massimi esponenti dell’elettronica. Anche nei posti più inaspettati come un supermercato, una panetteria, o un negozio di abbigliamento: come Adam Beyer che ne ha trasformato uno addirittura nel quartier generale della sua Drumcode, con dj set per due pomeriggi consecutivi.
Abbiamo già raccontato il lato diurno dell’ADE qui, io vi presento invece il lato “by night” che ho vissuto quest’anno.
Basta poco per capire che gli olandesi riescono a sfruttare qualsiasi spazio rendendolo idoneo ad ospitare un evento importante. Un esempio ce l’ho avuto subito il mercoledì sera. Appena arrivato, dopo una breve tappa in hotel, mi sono fiondato a Thuishaven dove si è esibito Mau P al party targato Insomniac Records. Lo stage era all’interno di una sorta di hangar con tanto di grossa elica dietro consolle. Poche luci ad illuminare il club, se a ciò può essere ridotta la descrizione, favorivano l’immersione in un mood molto underground. Dopo la pista, una scalinata proprio di fronte al palco che è rimasta sempre piena di gente che non ha smesso un secondo di ballare. Per quanto riguarda la musica, poco da dire. Mau P ha suonato ben 6 ore! Il dj di ‘Drugs From Amsterdam’ è ormai un nome affermato che gode di una popolarità assoluta, soprattutto nel suo paese. Ha distribuito bene le sue varie uscite e le ha intervallate con diversi pezzi dai grooves interessanti.
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Il giovedì ho scelto di andare all’evento organizzato da DGTL al NDSM. Tra i protagonisti i Bicep, Dixon e Stephan Bodzin sullo stage principale e Massimiliano Pagliara sul secondo. L’edifico è un gigantesco palazzo su un molo. L’organizzazione è stata perfetta: code e controlli rapidi e ogni tipo di servizio all’interno, anche uno stand che vendeva earplugs. Da un palco all’altro ci si poteva spostare con estrema facilità nonostante il sold out. L’acustica era eccellente e non ci sono state interferenze tra le diverse fonti sonore. Ero molto curioso di assistere alla mia prima esibizione dei Bicep. Il duo britannico si è affidato a un suono più cupo e aggressivo rispetto alle mie aspettative. Il djset è stato però molto divertente e coinvolgente, grazie anche ai visual ipnotici voluti dai due. Poi, a pochi minuti dalla fine, è arrivata ‘Glue’, il loro cavallo di battaglia che ha fatto letteralmente impazzire il dancefloor. I due set successivi si sono mossi più verso la melodic techno. Dixon e i suoi trent’anni e più di carriera sono sempre una garanzia e Stephan Bodzin e il suo inseparabile Moog sono fonte inesauribile di brividi.
Venerdì è stato il turno di ‘Our House’ il party targato Meduza e James Hype con la particolarità della “no phone” policy. Ve ne abbiamo già parlato qualche giorno fa, in occasione del racconto del mese straordinario che ha appena vissuto il trio italiano dei record.
Sabato sono andato invece al’AMF, l’Amsterdam Music Festival, il festival nel festival (ADE). Il tutto si è svolto alla Johan Cruijff Arena, lo stadio dell’Ajax. Era la prima volta che avrei assistito a un evento di tale portata. Uno stadio sold out, riunito per ballare. Il palco, altissimo, occupava tutta una curva. Per il resto spalti e parterre pieni di fan degli artisti e dei generi più disparati. Purple Disco Machine, Meduza e James Hype. Poi la cerimonia di apertura che anticipa l’esibizione di una leggenda: Armin Van Buuren. Ammetto di essermi commosso all’inizio del set di un nome di tale calibro che, prima dei fuochi di artificio che hanno invaso lo stadio, ha aperto il suo slot con un ID remix di ‘This Is What I Feel Like’. Una meraviglia. Tra tracce più “EDM” (chiedo sempre quando lo scrivo: esiste ancora?) e tracce più trance, tra classici suoi e remix di pezzi in voga, la sua ora è volata. Dopo di lui è toccato a Dimitri Vegas & Like Mike, che hanno suonato un mix di tutto. Per un momento mi sono sentito a Tomorrowland 2013, per un po’ a un rave con sonorità hard techno e synth completamente pazzi. Bello il mash up tra ‘Don’t You Worry Child’ e ‘Mammoth’ e anche l’omaggio al grande classico di Tïësto ‘Adagio For Strings’. È stato poi il turno di Afrojack e del suo inseparabile vocalist prima della grande guest della serata che si scostava dal mainstream che caratterizza l’evento: Charlotte De Witte. La founder di KNTXT è stata veramente brava perché è riuscita a intrattenere circa 40mila persone che probabilmente non erano lì per ascoltare techno, ma che grazie alla dj belga non si sono annoiate neanche un minuto. O almeno dai sorrisi stampati sulle facce di tutti questa è stata la mia impressione. Dopo un set a mio parere un po’ “revival” di R3hab che ha portato anche i W&W per un paio di inediti in collaborazione, e prima della cerimonia di chiusura c’è stato un altro momento importante. Durante l’evento organizzato da ALDA si è esibito infatti per l’ultima volta Headhunterz. Uno dei punti fermi dell’hardstyle mondiale, ha cominciato a suonare circa alle 5.15 di mattina. Ma nonostante l’orario, lo stadio era ancora pieno di fans che hanno ballato fino all’ultima canzone del loro idolo.
Che dire, tutto meraviglioso, una settimana di immersione totale nella musica, quella dei club, dei dj, della cassa che ci fa ballare. Un sogno per ogni appassionato. Un sogno che tantissimi vogliono sognare: l’edizione dell’ADE di quest’anno ha visto vendere più di 650mila biglietti, mentre sono già state annunciate le date del prossimo anno: ADE 2024 si svolgerà dal 16 al 20 ottobre 2024. Ci vediamo ad Amsterdam.
03.11.2023