• MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024
Costume e Società

Che cos’è successo nel 2023?

I nomi che hanno lasciato il segno, le trasformazioni e le tendenze: tutto il 2023 dei club, dei festival, delle/dei dj

Foto: Instagram @anyma

Febbraio 2020. Siamo tutti allegramente (più o meno) nel tunnel del nostro tran-tran e delle nostre serate, quando in un tempo relativamente breve – poche settimane – il mondo come lo conosciamo cessa, semplicemente, di esistere. Arriva una malattia nuova che uccide nel giro di pochi giorni, talvolta ore. Si chiama Covid-19 e getta nel panico il pianeta intero. Il mondo chiude. Uffici, ristoranti, fabbriche, parchi, bar, e naturalmente locali da ballo e da concerto. Ma non è solo questo a cambiare: le norme igieniche e sanitarie a cui siamo abituati da decenni saltano: si deve girare con delle mascherine e lavarsi spessissimo le mani con gel disinfettanti. Usi e costumi che anche quando l’emergenza cesserà, in qualche modo resteranno come “buone abitudini”: non stare troppo vicini in ambienti chiusi, non bere da cannucce o bicchieri altrui, insomma una serie di norme dettate dal buonsenso, che quando non diventano paranoiche sono sane e intelligenti per prevenire qualsiasi tipo di malattia trasmissibile.

Il mondo però riapre, diciamo definitivamente, nel 2022. E tanti buoni propositi, diciamolo subito, vanno a farsi fottere: cachet calmierati, spazio ai dj resident, filiere più sostenibili nel mondo dei club e dei festival. Tutto viene spazzato via dalla legge ineluttabile del mercato, quella della domanda sempre più alta di divertimento per chi finalmente può uscire di casa, e dell’offerta sempre più ampia da parte di chi, dopo due anni duri, non vede l’ora di recuperare tempo e fatturati perduti. Tutto legittimo e sacrosanto. Tutto a dimostrare che non impariamo quasi nulla dai nostri errori. Ma non è questo il punto, non stiamo facendo del moralismo o della filosofia.

Il punto è che il 2022 è l’anno della vera ripartenza e della messa a fuoco di come possono andare le cose. E il 2023 è l’anno in cui tutto è davvero a regime, se non come prima, in modo nuovo (più o meno) e con il motore al massimo. E allora quali sono i fenomeni che hanno segnato questo anno di “nuova normalità” diciamo ormai assestata, senza gli eccessi dell’anno passato e con qualche contraccolpo che ha sancito definitivamente il ritorno a livelli di routine?

Foto: Instagram @tomorrowland

Festival, sempre e ovunque
I festival erano il fenomeno che ha segnato un cambio di passo importante, inedito, durante gli anni ’10. Hanno conquistato il pubblico e abituato le nuove generazioni al fatto che si può andare a ballare in tantissimi, di giorno come di sera, in luoghi che sono dei parchi divertimento con tante attrazioni, musicali e non, molto più immersive di una semplice serata in un locale. Tutto questo ha attirato investitori importanti che attraverso i festival vendono servizi di ogni tipo e acquisiscono dati essenziali a ricerche di mercato sempre più approfondite. Il post-pandemia non ha fatto altro che accelerare il processo di festivalizzazione del clubbing. Dai boutique festival alle rassegne a lungo termine, dai mega eventi ai festival di media portata fino a realtà in franchise che sono ormai giganti multinazionali con diverse edizioni globali a seconda della stagione. In tanti iniziano a storcere il naso di fronte all’invasione di festival di ogni genere, forma e razza nell’arco ormai di dodici mesi, molto oltre quella che un tempo chiamavamo “festival season”, dalle spiagge alle nevi, dalle aree ex-industriali delle città ai parchi, dalle experience nella natura alle location più strampalate, esclusive o popolari. Sì, perché a fronte di tutto questo, spesso le line up si somigliano, a volte un po’ troppo e soprattutto nei grandi festival.

Foto: Instagram @peggygou

Djs are the new divas
Eh va beh. Capirai che novità. Un tema che abbiamo sul tavolo da anni, ormai. Solo che anche qui, il post-Covid è il momento storico in cui paradossalmente sono caduti i paletti, e in barba al rispetto ecologico e temi più o meno sentiti sul lato economico, i dj hanno iniziato a ostentare sui social come mai prima d’ora. Jet privati, lusso sfrenato, cene e resort da VIP, vlog degni di Riccanza di Mtv. Questo ci porta però alla fonte: i cachet dei dj sono cresciuti in maniera spropositata. Un bene? Un male? Nessuno dei due, di per sé. Perché la vera domanda è un’altra: tutto questo è sostenibile per il sistema che lo sorregge?

Dalle stalle alle stelle
Perdonate il gioco di parole un poco greve, ma di fatto stiamo assistendo a parabole di impennata mai viste: dj che nel giro di una o due stagioni passano, letteralmente, da far fatica a chiudere tre serate scalcinate in un mese, a calendari da 80/100 date l’anno sui main stage dei festival più importanti del mondo. E non sono casi isolati. Perché? Perché le agenzie e i management sono sempre più potenti, e dispongono, giocoforza, le pedine sulla scacchiera a loro totale piacimento. I meccanismi social ci mettono del loro. E perché, dicevamo prima, la domanda è incessante, esagerata, e serve un’offerta di star a getto continuo. Quindi, avanti il prossimo!

Techno, hard, harder
150 BPM era una velocità che non sentivamo da tempo, dagli anni ’90, nella musica dance di una certa popolarità. Era roba da rave estremo, tra techno, tekno, e la galassia hardcore. Invece, sono due anni che assistiamo a un’accelerazione costante dei battiti per minuto nei set di moltissimi e moltissime dj. A iniziare questa tendenza fu Nina Kraviz, che ripescò classici anni ’90 decisamente veloci, tra techno e trance. Poi, il trend si è allargato a macchia d’olio, basti pensare all’impennata di un Luca Agnelli sempre più “incattivito”, per esempio, o a Indira Paganotto, che da produzioni e set house morbidissimi si è reinventata “PSY Queen” con enorme successo; o a I Hate Models, sempre aggressivo nel sound. E come loro, molti altri.

Foto: Instagram @fredagainagainagainagainagain

Cinque nomi che hanno segnato il 2023
Così, per chiudere questa disamina, a rappresentare l’anno appena passato: Fred again.. su tutti; e poi Skrillex, tornato fortemente alla ribalta; Peggy Gou, protagonista assoluta; Charlotte de Witte, incontrastata dominatrice della scena techno; Anyma, da side project di Matteo Milleri dei Tale Of Us ad act con uno status di altissimo livello.

 

Molte cose sono rapidamente mutate nel breve spazio che ha visto il mondo e i club riaprirsi dopo lo stop pandemico. Molte altre sono rimaste le stesse. Chissà se il 2024 porterà forti rivoluzioni o, più semplicemente, nuove trasformazioni, magari così piccole ed impercettibili da non farci rendere conto che in realtà tutto sta cambiando, un’altra volta.

 

 

Articolo PrecedenteArticolo Successivo
Albi Scotti
Albi Scotti
Head of content @ DJ MAG Italia