• LUNEDì 31 MARZO 2025
Interviste

Cripta rappresenta la filosofia della bass music

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con tre membri di Cripta, per conoscere meglio il progetto bass che sta conquistando Milano

Foto: Alessandro Agazzone

In poco più di un anno Cripta è diventato un punto di riferimento nella scena clubbing milanese grazie ad eventi in cui la protagonista è la bass music (dubstep, riddim, ecc), generi undergound (in questo momento storico), ma che sta guadagnando sempre spazio nelle line up di tutti i festival di maggior importanza. Abbiamo deciso di raggiungere parte del team per saperne di più riguardo il progetto, la loro visione e la loro missione.

Abbiamo parlato con Jacopo Naso, responsabile della produzione, Stefano Ranieri che si occupa di advance e hospitality e Mattia Di Grazia, in arte Neos, uno dei resident, nonchè colui che gestisce la direzione artistica. Fin dai primi minuti della nostra chiacchierata è emerso come Cripta venga considerato dagli stessi founders non solo un progetto, ma una grande famiglia. Più volte è stato ribadito come non ci sia una vera e propria gerarchia all’interno, tutti possono proporre ed esprimere la propria opinione su ogni aspetto. Inoltre per tutta la durata dell’intervista più volte sono stati citati gli assenti, che però fanno parte del team: Christian, Erre, Jack Raw, Misu. Tantissimi i ringraziamenti al fotografo Vvveleno (Alessandro Agazzone), e a 6amsunset, il grafico. Subito si intravede il rapporto umano che lega tutti loro, a prescindere dall’aspetto lavorativo, cosa per niente scontata in questo mondo.

Foto: Alessandro Agazzone

Il nome ci raccontano essere un’idea di Nextars, artista e amico. Dopo giorni di brainstorming, nel momento in cui la parola “Cripta” è stata pronunciata, non c’è stato alcun dubbio. Un vocabolo che riassume al meglio ciò che questi ragazzi stanno cercando di creare. Un concetto che può facilmente essere legato a qualcosa di scuro, sotterraneo, ma che contemporaneamente può contenere ricchezza. Tutto è nato spontaneamente da un gruppo di amici che ha sentito la necessità e la voglia di creare un progetto personale, qualcosa di nuovo che a Milano mancava. C’è stata l’intenzione un po’ inconsapevole di dare una direzione al clubbing milanese tramite una scena identitaria e forte” dice Stefano. Certo eventi simili che ci sono stati, ma sporadici, e mancava il famoso “porto sicuro” per un genere che sì, può essere definito di nicchia, ma che sta ricominciando ad attirare sempre più pubblico. “C’era tanta domanda, ma mancava l’offerta” dice Jacopo. Non abbiamo usato a caso il termine ‘ricominciare’. Infatti siamo tutti concordi sulla ciclicità della musica e sul fatto che da qualche anno ormai questo sia un genere che sta prendendo sempre più piede. Senza scomodare festival americani, come Lost Lands di Excision, che vivono un mercato a parte, basti pensare agli aerei che da Milano partono per Rampage tutti gli anni, o anche a Nameless Festival. La scelta di ingaggiare artisti provenienti dalla scena bass è una delle più apprezzate tutti gli anni. Il pubblico è sempre entusiasta di andare ad ascoltare un certo tipo di musica, diverso dall’ordinario. E qui interviene per la prima volta una parola che per tutta l’intervista è stata utilizzata spesso: “community”. Si perchè i tre ragazzi ci tengono a ribadire spesso questo concetto. Infatti che cos’è Cripta? La definizione risulta difficile da spiegare anche a loro. Il nome non può essere riferito solo al format, o solo alla serata. Non riguarda nemmeno solo il progetto o il collettivo. Cripta è tutte queste cose e di più, Cripta è la community stessa che si è legata fin da subito in modo indissolubile a tutto ciò.

Foto: Alessandro Agazzone

Cripta si è spesso svolta al Gate di Milano, ed è importante notare come durante le serate il pubblico pagante per l’altra sala, si fiondi curioso a vedere cosa stia succedendo, dopo aver sentito quelle sonorità così aggressive e piene di energia, fermandosi affascinato. Una parte della fortuna di Cripta è il pubblico, sempre interessato. È soddisfacente vedere la riuscita di un progetto che sa affermarsi senza chiamare un nome di punta ticketseller. Ed è una vittoria per la musica in generale vedere che, appassionati e non, abbiano fame di conoscere nuovi artisti e di scoprire nuovi nomi da ascoltare. Un altro pregio dei partecipanti è il rispetto.

La bass music è un genere per cui, nel caso in cui venissero vietati i poghi, verrebbe tolta una grossa fetta dell’esperienza. Ed è un concetto che può spaventare, specialmente i neofiti. Ma possiamo garantire che il tutto si svolge con estrema attenzione. Non c’è mai stato un “incidente” o un infortunio. “Tutti sono pronti ad aiutare il prossimo in caso di difficoltà in ogni momento della serata” sostiene Mattia, con totale ragione aggiungiamo noi, avendo partecipato a diversi loro eventi. Nessuno è immobile, altro fattore non da poco, e tutti si divertono.

Foto: Alessandro Agazzone

Ma allora l’idea vincente è stata solo proporre qualcosa che mancava? La risposta è no, o meglio non solo. Il vero gamechanger è stata la genuinità, l’umiltà e la cordialità con cui si sono posti fin dal primo evento con chiunque entrassero in contatto: locali, pubblico, managments e artisti.

Tutto ciò ha portato credibilità e ha fatto appassionare e convincere gestori, booking, ecc. “Tutti gli artisti con cui abbiamo collaborato sono rimasti conquistati da Cripta”. Infatti ci raccontano i tre che, grazie al primo evento in cui si sono esibiti Automhate e msft, c’è stato un passaparola estremamente positivo che ha permesso di ingaggiare artisti come Shiverz e Murda che non solo hanno modificato le richieste nei rider, ma hanno persino deciso di ridurre i propri cachet pur di suonare. Altri come Code: Pandorum insistono sul ritornare presto. “Si è instaurato un rapporto umano con ciascuno di loro, spesso ci sentiamo e chiacchieriamo anche di cose che non sono legate alla musica” ci dice Stefano.

 

 
 
 
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L’obiettivo è quello di espandersi sempre di più rimanendo fedeli a ciò che finora hanno proposto. La data a Roma ne è stato un primo esempio. Nessuno special guest, solo l’intero collettivo ad alterarsi in consolle per un back to back durato tutta la serata in cui, oltre ad aver riempito il locale, hanno ricevuto solo congratulazioni. Certo la crescita è sicuramente più lenta rispetto a un evento in cui vengono proposti nomi in grado di attirare il grande pubblico, ma è evidente come sia costante. Gli eventi non vengono proposti solo come classiche serate nei club, ne è stato un esempio quello (stile ADE) in panetteria lo scorso settembre o quello che si svolgerà domani. (Partecipare è gratuito basta registrarsi a questo link).

 

 
 
 
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E quindi nel futuro? L’unico spoiler che ci viene dato è “Bisogna prepararsi a Smackdown vs Raw”: non ci resta che attendere per saperne di più.

 

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