In occasione dell’evento di sabato al Super Club di Milano, in cui abbiamo assistito al primo show italiano da headliner di IMANU, abbiamo incontrato Davide Degrassi, il fondatore di Electric Wave. Siamo rimasti colpiti dalla sua volontà di andare controcorrente e di proporre un qualcosa di diverso e di cui si sentiva la mancanza. Prima di goderci la serata e i vari set che si sono succeduti e che hanno portato al sold out, Davide ci ha raccontato la storia e la filosofia del progetto.
Electric Wave è stato pensato nel 2017 in Friuli Venezia Giulia, regione di origine di Davide, grazie alla passione e alla voglia di portare tipi di sonorità differenti che si discostassero dalla commerciale e dalla techno, offrendo un genere diverso, più di nicchia, ma che potesse soddisfare anche gli appassionati della bass music (dubstep, d’n’b) e chi cerca di qualcosa di nuovo. Ci racconta che è stata proprio questa mancanza di un’alternativa ad aver stimolato la creatività e la voglia di unirsi con produttori e artisti che tuttora gravitano intorno al progetto, e di dare vita a un movimento artistico.
Nonostante il primo evento organizzato da Electric Wave non sia andato secondo le aspettative, Davide e i suoi collaboratori non si sono arresi e, nel 2018, in attesa pianificare quelli futuri, hanno deciso di fondare l’omonima etichetta che nei due anni successivi è stato il vero core del progetto ed è tuttora una parte fondamentale di tutta l’esperienza. “Quando decidiamo di lavorare con qualcuno di nuovo, partiamo proprio dall’etichetta, perché per noi un artista deve essere completo a 360 gradi quindi essere sì un dj, ma anche un producer”. A parte alcuni casi, infatti, tutti i nomi nelle line up firmate Electric Wave sono partiti proprio dalla label, perché Davide vuole costruire un percorso per ognuno di loro che possa poi un giorno farli arrivare anche ad altre organizzazioni. E finalmente si stanno vedendo primi risultati.
Nel 2019 a Grado è andato in scena il secondo evento che è riuscito a radunare più di mille persone. Dopo lo sfortunato stop forzato dalla pandemia, Davide si è reso conto di voler tentare un’avventura al di fuori della propria regione, convinto di trovare opportunità migliori e una passione maggiore verso il mondo del clubbing. Insieme ai suoi collaboratori hanno deciso quindi di fare quel salto che prevedevano dopo anni e di trasferire il progetto a Milano. Davide ci dice “Milano è un ambiente che ti premia se ti impegni e proponi qualcosa di valore”. Il primo tentativo si è svolto al Tunnel ed è stato una prima finestra per farsi conoscere dal nuovo pubblico che ha apprezzato, e che è cresciuto con l’evento di marzo con Fox Stevenson e con quello di aprile con Nitepunk, e si è consolidato ulteriormente con quello di sabato. Questi ultimi tre eventi si sono svolti al Super Club, locale con cui si è instaurato una sinergia e un rapporto di fiducia e che secondo Davide ha permesso di ottenere molto risalto anche a livello di branding.
Quando chiediamo a Davide come sceglie i nomi da portare agli eventi ci risponde così: “A noi interessa essere i primi per determinati artisti. Portare nuova musica e nuovi artisti che magari non hanno ancora un grosso impatto nel mercato italiano. Abbiamo sempre voglia si sperimentare e non ci sentiamo mai arrivati. Certo, ci prendiamo i nostri rischi, ma sul lungo periodo può premiare e portare risultati. E comunque credo che anche gli sbagli servano ad assumere più consapevolezza: sono propedeutici a farti maturare”.
Una scelta sicuramente coraggiosa, ma anche matura, e che, dopo sabato, sta iniziando a dare i suoi frutti visto il primo tutto esaurito.
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In apertura ad Imanu, oltre alle esibizioni di MaTTsh, Madflick e Drvmmer, ad avere attirato la nostra attenzione è stata quella di Camoufly. Quest’ultimo, dopo alcune date in UK, ha suonato per la prima volta in Italia, ed è stato un set divertente, vario, e mai monotono. Un viaggio tra edit, brani suoi e non solo, e ID. Il tutto è stato supportato dall’hype e dall’euforia totale degli amici Damianito e Miles, con l’ultimo dei quali ha anche collaborato. La chiusura è stata poi affidata a quel capolavoro di ‘Children’, quindi non serve aggiungere altro.
È poi toccato a IMANU che è tornato in Italia per la prima volta da headliner dopo l’apertura a Bologna lo scorso anno ai Noisia. Nonostante abbia suonato un set drum and bass, ha spaziato tra i suoi vari lavori concedendo momenti più “intimi” in cui il ritmo era a servizio dei vocals, e momenti più “violenti” in cui il club è stato protagonista di poghi degni di nota. Il pubblico ha accolto in modo eccezionale l’artista olandese che ha voluto fortemente l’Italia proprio per il calore che i fan sono in grado di trasmettere. Davide ci ha confessato che il dj è rimasto estremamente impressionato dall’affetto ricevuto sabato e che non vede l’ora di tornare.
Electric Wave si sta dimostrando una realtà in costante crescita e in grado di ritagliarsi uno spazio sempre più importante di cui speriamo si possa parlare sempre di più.
03.10.2023