Foto: facebook.com/fatboyslim
Fatboy Slim ha recentemente criticato duramente il sistema di dynamic pricing utilizzato per la vendita dei biglietti dei concerti della reunion degli Oasis definendolo “malato” e un vero e proprio furto nei confronti dei fan. Il metodo, che adegua i prezzi in base alla domanda “in corsa”, cioè fluttuando senza un costo preciso e definitivo dal momento della messa in vendita, è stato implementato per gli attesissimi live di Liam e Noel Gallagher, scatenando una valanga di polemiche.
Secondo il dj di Brighton questa pratica non è altro che una speculazione su chi è già disposto a spendere cifre astronomiche pur di vedere i propri beniamini. “È come un’asta per i biglietti. È già grave che lo facciano i bagarini ma che lo facciano anche i promoter e le band è inaccettabile“, ha dichiarato il dj. Che con un passato di tour sold-out a prezzi accessibili, sottolinea come abbia sempre cercato di mantenere i biglietti dei propri spettacoli a costi equi, ponendo al centro i fan e non il profitto. La critica non si ferma ai fratelli Gallagher: l’intero settore musicale è accusato di essere guidato da logiche di guadagno eccessivo, favorendo esclusivamente chi è già immensamente ricco.
Nonostante le critiche, Cook ha riconosciuto che una reunion come quella degli Oasis può avere un forte valore emotivo per i membri della band, paragonandola al “ritorno del primo amore” o a un’occasione per recuperare un po’ della magia di un tempo. Tuttavia, l’aspetto finanziario resta dominante, soprattutto per artisti che potrebbero trovarsi in difficoltà economiche.
Parallelamente, Norman Cook ha elogiato i Coldplay per il loro recente tour, durante il quale il 10% dei ricavi è stato devoluto a sostegno di piccoli locali musicali, dimostrando come il pricing dinamico possa essere utilizzato in modo etico e sostenibile.
28.11.2024