Foto: Supalova/Joe T Vannelli
Torna Supalova, uno dei brand più storici del clubbing italiano. Joe T Vannelli rivoluzionò l’idea di “one night” quando introdusse stabilmente in line up musicisti, vocalist, scenografie e tutto ciò che un tempo era semplice “contorno” di una serata, dando risalto quindi non soltanto al dj protagonista e ai guest, ma anche alle figure artistiche che davano tridimensionalità alla serata, dando vita a un microcosmo di personaggi rimasti indelebili nella memoria di tutti gli appassionati.
Sabato 23 marzo Supalova prende vita a Treviglio Fiera, in provincia di Bergamo, ed è un’ottima notizia non soltanto perché torna una delle più famose clubnight italiane di sempre ma proprio perché potremo nuovamente godere di un concept musicalmente ampio, completo. Ne abbiamo parlato con chi Supalova l’ha ideato e di cui è, da sempre, centro gravitazionale. Ovviamente, Mr. Joe T Vannelli.
Che cosa significa per te Supalova, che cosa ha significato nel tempo perché hai deciso di riproporre il tuo format più famoso?
Supalova è stato un punto fermo della mia carriera. Negli anni 2000 ho sperimentato cosa significasse avere un gruppo di lavoro dedicato alla dance house con tutte le forme artistiche che il mercato esigeva. Arrivato dall’esperienza di Exogroove e New York Bar il passo è stato inevitabile. Come ben sappiamo la musica è un ritorno continuo di energie e sonorità passate, per questo riproporre un brand come Supalova, che ha avuto un eclatante successo negli anni 2000, è stata un’esigenza nata dei tanti fan che me lo chiedevano da anni.
Quali sono le novità del nuovo Supalova rispetto a quello che per anni ha dominato i club italiani?
Ho inserito un paio di nuovi personaggi e performers come il cantante Michael Prince, ma la crew originale è ancora tutta presente: Silvano del Gado alle percussioni, Mc Cody al microfono, Ania J che canta, i Vannelli Bros in consolle e anche Lusio Toledo a dare colore con un linguaggio tipico del club degli anni passati, ossia i travestimenti e la trasgressione. Io non sono cambiato, ho sempre tanto entusiasmo e tanta passione, quando salgo in consolle l’energia scaturita è enorme e il pubblico va in visibilio e vive un momento magico. La musica è sempre quella attuale, ma con uno sguardo alle sonorità house del 2000 che hanno visto in quegli anni l’esplosione di questo genere a livello mondiale.
Come ti era venuto in mente, all’inizio, questo format?
Supalova nacque da un disappunto che ebbi col proprietario di Exogroove e New York Bar, mio grande amico Gabon, è stata una sfida per me, provare a creare una serata da solo, mettendomi in prima persona a organizzare e progettare ogni aspetto. Ero in un momento di grande notorietà, qualunque locale mi apriva le porte e facemmo dei numeri di presenza incredibili, all’Old Fashion facemmo record di incasso di tutti i tempi, con 2500 persone dentro e altrettante fuori che non riuscivano ad entrare.. polizia, ordine pubblico.. i ragazzi arrivavano dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Puglia ogni giovedì, solo per esserci! È stato il primo format club che andava in diretta su radio nazionali come Radio Deejay, RIN e M2O.
Sei sempre stato molto attento alla comunicazione, a creare un immaginario preciso, a dare forma a quello che oggi possiamo chiamare brand ma che anni fa, nel clubbing era davvero qualcosa di lungimirante, quasi utopico. Come ti venivano in mente queste idee e questa modalità di lavoro?
Non mi sono mai accontentato di stare solo dietro la consolle, anche se è la cosa che amo fare di più insieme alla produzione discografica che mi ha consacrato a livello internazionale, ho sempre avuto voglia di fare qualcosa di unico, di straordinario. Molti pensano che sono un dj / imprenditore, in realtà ho sempre preso molti rischi mettendomi in gioco in prima persona. Oggi preferisco che risalti la mia vena artistica, certamente nel passato ho costruito parecchio, ma non mi sento mai soddisfatto e guardo sempre avanti con desiderio di creare ancora nuovi progetti.
Cos’ha il clubbing di oggi che non c’era nel passato?
Oggi esistono la rete e i social, che creano e distruggono gli artisti e i non artisti. Il club, come lo intendo io, fa molta fatica a sopravvivere, mancano idee, format e veri dj artisti professionisti che siano in grado di portare un party in una direzione inaspettata, stupendo il pubblico non con effetti speciali, ma con la musica e l’energia che scaturisce dai brani che li fa emozionare in serata e che sentono per la prima volta.
Supalova, nel 2024, per un clubber di 20 anni, è…?
Esce propio mercoledì 20 marzo il primo cortometraggio di Supalova: “SUPALOVA: THE MOVIE” che racconta cosa è stato Supalova e cosa ha significato per noi. https://www.youtube.com/watch?v=eRqCnveq3LY Sarà su YouTube, per il momento, ma siamo già al lavoro per realizzare un docu-film per la tv. Da qui possono cominciare a capire cos’era il mondo del club negli anni 2000 e l’energia che ne scaturiva. Oggi molti ragazzi vengono alle mie serate e anche al Supalova affascinati prima di tutto dalla musica che metto e dall’atmosfera che uno spettacolo completo come Supalova regala al pubblico. Abituati ad effetti scenici di grande impatto, oggi per i ragazzi è molto raro vedere uno spettacolo reale in cui protagonista è la musica e la capacità della mia crew di artisti di farli emozionare con pochi effetti, ma tanta grinta, professionismo e magia.
19.03.2024