Foto: Fabio Izzo
Da quando l’Italia è arrivata sulle mappe del rap contemporaneo a livello di tour, sempre più artisti di fama mondiale passano dallo Stivale. Non sempre però all’hype corrispondono performance di spessore: per ogni Kendrick Lamar o Eminem che onora il palco, ci sono più artisti i cui concerti hanno creato più di un malcontento (per usare un eufemismo). Fare nomi è sempre poco elegante, ma se avete seguito quanto successo negli ultimi anni, sapete a chi ci riferiamo.
Anche per questo il concerto di Lil Yachty a Milano era circondato tanto una sincera curiosità, quanto da un sereno scetticismo. Questo perchè Yachty corrisponde in toto al prototipo dell’artista macina stream ma da non vedere dal vivo: uscito nel 2016 come uno dei prodotti dell’epoca del rap su Soundcloud, è sempre stato un hitmaker, ma non ha mai davvero prodotto dischi di spessore, fino allo scorso anno.
Proprio però nel 2023 la sua carriera è cambiata in modo radicale grazie al suo disco più ambizioso e interessante: ‘Let’s Start Here‘, un progetto dove ha rimesso in discussione tutto, abbandonando il rap per fare un disco rock-psicheledico. Il risultato è stato folgorante, e tutti quelli che non credevano in lui, hanno dovuto prestare l’orecchio. Questo progetto così chiacchierato, dà il nome al tour che si chiama non a caso ‘The Field Trip‘, ed è stato uno dei motivi di grande interesse per il suo live a Milano. In un Fabrique quasi pieno Lil Yachty ha dato prova di non essere solo un fenomeno del web, ma un artista molto più valido e interessante di tanti suoi colleghi più blasonati.
Foto: Fabio Izzo
Il concerto è stato suddiviso fondamentalmente in tre sezioni, con un’apertura e una coda dedicati al già citato ‘Let’s Start Here’. Proprio in queste occasioni è stato accompagnato da due coriste, un batterista, un bassista e una chitarrista, che l’hanno supportato per tutta la performance. Il risultato è stato senza dubbio la parte più interessante dell’intero evento perchè, come già si poteva ascoltare dal disco, l’attitudine rap/trap di Yachty mescolata con atmosfere psichedeliche funziona in modo meraviglioso, pensiamo per esempio alla chiusura con ‘the BLACK seminole‘ – forse il momento più alto dell’intero concerto. La parte centrale del live è stata invece più convenzionale, da concerto rap, in cui si sono alternate le sue hit più famose, come ‘Broccoli‘ e ‘Poland‘, ma anche alcune canzoni meno note o più recenti. Così come è stato bello il silenzio richiesto per il suo amico scomparso Juice WRLD prima di cantare ‘Yacht Club‘.
Foto: Fabio Izzo
In generale Yachty ha dimostrato di essere un artista vero, in grado di mantenere la presa sul pubblico, e di cambiare da un genere all’altro con grande coerenza. Per chi ha deciso di venire di domenica sera al Fabrique è stato senza dubbio un’ora e mezza di concerto che non ha deluso, anzi ha dato ulteriore spessore ad un artista magari meno famoso di altri, però sicuramente da guardare con grande interesse per il presente e il futuro, sia per i dischi ma a questo punto anche se dovesse passare dall’Italia per un nuovo tour.
15.05.2024