• MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024
Recensioni

Lunga vita al cerbero, i Club Dogo sono tornati

Con il loro ultimo disco, dal titolo ominimo, i Club Dogo consegnano se stessi e la loro musica alla storia

Foto: Instagram @clubdogo

Commentare nel 2024 un nuovo disco dei Club Dogo ha un che di veramente strano. È passata una settimana dall’uscita del loro nuovo, omonimo album. È passato così tanto tempo dalla loro release precedente che quasi ci eravamo dimenticati di chi fossero e cosa avessero rappresentato per il rap italiano. Mai davvero dimenticati da chi si era formato con la loro musica durante l’adolescenza o nella prima età adulta, ma solo un nome senza significato per i giovani di oggi. Dieci anni nel mondo discografico attuale corrispondono infatti a un’era geologica, e la loro fama sembrava consegnata alla storia, raccontati senza dubbio come una parte fondamentale di quel processo che ha portato il rap ad essere il nuovo pop in Italia, ma sempre storia.

O almeno, così sembrava, fino all’ ottobre scorso in cui annunciavano la reunion, il seguente tour di tre date che poi sono diventate dieci con oltre centoventi mila biglietti staccati. Tanto per intenderci, la capienza di due San Siro sold out, San Siro poi annunciato come ulteriore data estiva, e poi il nuovo merch, la ristampa dei vecchi dischi e infine quello che tutti aspettavano: nuova musica.

Con il senno di poi era ovvio che questo ritorno avrebbe segnato anche l’arrivo dell’album, ma fino a che non è stata fissata una data, c’era un clima di incertezza che regnava sovrana. ‘Club Dogo’, uscito pochi giorni fa, è una bellissima operazione nostalgia, un disco fatto per i fan e per tutti quelli che nel corso degli ultimi dieci anni non hanno mai smesso di credere che il cerbero sarebbe potuto tornare, e che i re di Milano si sarebbero ripresi il loro posto.
 
L’album rappresenta una perfetta sintesi di ciò che sono stati nella loro forma migliore, e non nella versione annacquata dal pop delle ultime uscite. Il disco è infatti più un figlio di ‘Vile Denaro’ che di ‘Non siamo più quelli di Mi Fist’. Brani come ‘C’era Una Volta In Italia’ o ‘Mafia Del Boom Bap’ hanno il sapore delle barre e dello street cinema alla ‘Fastlife Vol.4’ di Guè, il featuring di Marracash profuma di DOGO Gang e di quel collettivo che ha fatto la storia del rap Italiano, ‘King Of The Jungle’ è un figlio spirituale di ‘Note Killer’ (con un richiamo finale esplicito al pezzo di ‘Mi Fist’) e riporta ai quei suoni dancehall che sono sempre piaciuti al trio, ‘Milly’ è il passaggio di testimone al vero re della contemporaneità: Sfera Ebbasta ha infatti segnato il passaggio di generazione dai Dogo alla trap; ‘Soli A Milano’ con Elodie è la versione riuscita di quello che fu ‘Fragili’ con Arisa e così via. Riguardo ogni canzone si potrebbe aprire uno spunto di riflessione sul loro passato e sul presente, perché ciascuna di esse è collegabile un pezzo del mosaico che è la loro discografia.
 
 
Foto: Instagram @clubdogo
 
Al di là di ciò, quello che non si deve pensare a riguardo di ‘Club Dogo’ è che sia una porta sul futuro: non lo è affatto. Si tratta infatti di una release celebrativa che corona un viaggio non solo storico ma fattuale del gruppo, con tutto ciò che comporta in termini di vendite e concerti. In un certo senso, come si era detto anche per ‘X2VR’ di Sfera Ebbasta, ‘Club Dogo’ chiude l’arco narrativo del gruppo che si gode finalmente il meritato successo e raccoglie i frutti di quanto ha seminato nel corso degli ultimi venti anni, con una festa collettiva che durerà fino alla nuova annunciata data di San Siro a giugno, e che magari da qui a quel momento avrà anche nuove sorprese. Ma una volta spente le luci il testimone andrà consegnato ad altri, non potranno infatti essere ancora loro a portare il rap nel futuro, spetterà alla nuova generazione che ora si sta affacciando alla scena prendersi quel compito.
 
I Club Dogo la loro parte l’hanno fatta abbondantemente, e spetterà loro il compito di immaginare il futuro del genere in Italia, questo sarà un compito di altri, ma fino a quel momento è giusto godersi l’attimo e assaporare il gusto di essere tornati più o meno giovani con la musica del gruppo hip hop italiano più importante di sempre. Lunga vita al cerbero, i Club Dogo sono tornati.
 
 
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