Le principali piattaforme di streaming, per aumentare e migliorare la fruibilità dei contenuti hanno implementato più volte il sistema di analisi dell’audio, questo si è tradotto in una varietà di codifiche e tipologie adottate per la normalizzazione del volume, spesso diverse tra una piattaforma e l’altra e che hanno reso la finalizzazione dell’audio una faccenda sempre più complessa.
Abbiamo creato un e-book in partnership tra MAT-ACADEMY e DJ MAG Italia proprio per fare chiarezza, ma soprattutto semplificare, su quelli che sono i parametri più adatti e le linee guida da osservare per ottenere un mastering che funziona bene sulla maggior parte delle piattaforme di streaming,
Attualmente ci sono oltre 100 servizi disponibili per la fruizione di musica digitale (streaming e download) e si tratta di un trend in costante crescita. Sebbene Apple Music e YouTube detengano una grande influenza nell’industria musicale, la maggior parte della musica in streaming viene riprodotta su Spotify che conta il più grande numero di abbonamenti tra i servizio di streaming audio, circa 286 milioni di utenti in totale.
“Se qualcuno sta ascoltando musica in streaming, è probabile che lo stia facendo su Spotify”
Appurato il fatto che Spotify è praticamente il player più influente sul mercato dell’audio streaming e che probabilmente guiderà ancora per un po’ di tempo il trend anche sul versante tecnologico, crediamo sia necessario approfondire come la piattaforma codifica l’audio del catalogo e come si sta evolvendo la tecnologia che il gigante mette in campo per il futuro.
Spotify utilizza ReplayGain, ma prevede di utilizzare in futuro ITU-1770 a partire dal 2021
Le tecniche di misurazione del volume come Replay Gain possono attenuare dei valori senza tenere conto del modo in cui percepiamo il volume, la normalizzazione con questo sistema dipende da fattori come il bilanciamento della frequenza e la durata dei transienti più forti, fattori che possono non essere sempre e direttamente riconducibili a come percepiamo il volume di un brano ma di cui Replay Gain tiene conto.
Per fare un esempio, il volume che percepiamo è fraintendibile come la temperatura percepita dal corpo umano all’aperto, questa può variare molto a seconda di fattori come il vento, l’umidità o il tempo di esposizione
Tutto sta per cambiare in meglio, d’ora in poi, tutti i nuovi caricamenti su Spotify verranno misurati e normalizzati utilizzando al posto del vecchio sistema Replay Gain il sistema ITU-1770.
Scopri tutti i parametri necessari per fare un buon mastering per Spotify nel 2021 con questo e-book gratuito nato dalla partnership tra MAT-ACADEMYe DJ MAG Italia
11.02.2021