Foto: Instagram @namelessfestival
Prima di raccontare l’edizione 2024 di Nameless Festival nella sua essenza strettamente didascalica e musicale, parleremo delle tante novità e tanti i miglioramenti introdotti rispetto alle edizioni precedenti.
Partiamo dal discorso macchine e quindi viabilità e parcheggi. Per quanto riguarda il traffico non so esattamente quale sia stato il miracolo, ma quest’anno sono state poche le code per arrivare al festival. Anche coloro che hanno raggiunto l’evento molto più tardi rispetto l’inizio delle giornate, sono stati in grado di arrivare in tempi più che ragionevoli. Per quanto riguarda i parcheggi, l’upgrade è stato evidente. Innanzitutto quasi tutti erano situati sull’asfalto, e questo ha evitato i problemi dell’anno scorso quando la pioggia aveva impedito di uscire a diversi partecipanti. Quest’anno inoltre, tutti i parcheggi erano gratuiti, una cosa non affatto scontata, a maggior ragione per festival di questa portata. Certo alcuni non erano “vicinissimi”, e per questi ultimi era necessario camminare anche quasi mezz’oretta. Ma considerando l’afflusso di quasi 30mila persone al giorno, il compromesso credo fosse necessario.
Il secondo miglioramento lo abbiamo notato nei punti food and beverage. Probabilmente grazie all’introduzione del cashless e all’abolizione del sistema dei token, le file scorrevano molto più rapidamente, e in alcuni punti vendita non esito a dire che non ci fosse proprio tempo di attesa. Anche l’acqua gratuita pensiamo sia stato un importante sviluppo, una cosa spesso dimenticata e sulla quale molti eventi “ci fanno la cresta”, perchè tanto “tutti devono bere quindi se la mettiamo a 5 euro comunque la comprano”. Bene anche il VIP ticket quest’anno, con diverse terrazze dedicate sul main. I possessori di questo biglietto hanno potuto assistere alle esibizioni da una posizione privilegiata anche al Tent e al Live essendo stretto contatto con gli artisti.
Un altro miglioramento ha riguardato certamente i palchi. Eliminato l’Igloo stage che in effetti l’anno scorso non si era rilevato all’altezza di un grande festival, quest’anno si sono confermati il main stage, il Tent e il Live, (protagonista delle esibizioni appartenenti al filone rap e trap). È stato rivalutato invece il palco sponsorizzato da Red Bull, l’Unforseen, lo scorso anno “nascosto”, in questa edizione invece a costruito al centro del festival. Ha ospitato ogni giorno un party diverso: il venerdì WAH (Worried About Henry), il sabato Defected e la domenica Glitterbox. A sorpresa, pochi giorni prima dell’inizio del festival, è stato annunciato anche un quinto palco nato grazie alla collaborazione con Heineken. Un piccolo stage chiuso che seguiva regole dettate dal marchio.
Alberto Fumagalli, CEO e founder di Nameless Festival, durante la conferenza stampa pre festival, aveva spiegato com l’obiettivo di quest’anno non fosse creare il Nameless più grande di sempre, ma il Nameless più bello. E in effetti oltre a tutti questi miglioramenti di cui abbiamo appena parlato, c’è da sottolineare l’ultimo e sicuramente uno dei più apprezzati e importanti: gli impianti audio. Quest’anno i volumi erano veramente elevati, (a tratti, a mio parere, quasi troppo, come accaduto per alcuni set nel Tent), ma ogni minimo suono aveva una definizione incredibile, una limpidezza e una chiarezza in grado di fare apprezzare ogni dettaglio, ogni basso, percussione, synth, accordo e voce di tutti, e sottolineo tutti, i set e i live. E anche la disposizione degli stage è stata curata nei minimi dettagli particolari: nessuna interferenza da un palco all’altro, cosa molto spesso sottovalutata anche da festival blasonati di tali dimensioni.
Foto: Francesca Ricca
Proseguiamo con il racconto del festival dal punto di vista musicale. Il venerdì è stata la giornata con meno partecipanti. Complice forse anche la mancanza “dell’headilner mainstream”. Ma vedendo diverse storie Instagram, il fatto di aver portato un nome come quello dei Justice (con la loro unica data italiana tra l’altro), è stata una mossa vincente sul piano del gradimento dei presenti. In tanti non conoscevano la musica dei francesi e in tanti non si aspettavano uno show del genere. Bello, coinvolgente, con uno stage montato a regola d’arte. Da segnalare anche il ritorno di Alesso che in prima persona si è proposto a Nameless, quello di uno scatenato Luca Agnelli che con la sua hard techno/techno rave ha infuocato il Tent, e la “residence”di WAH all’Unforseen che ha fatto ballare tutto il giorno con la drum & bass.
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Il sabato è stato il giorno più atteso dagli amanti dell’elettronica grazie a nomi importantissimi. Al Tent stage è stata la giornata dedicata alla musica più estrema, con la dubstep a farla da padrona, ospitando artisti come HOL! (durante il quale l’headbanging dei presenti ha addirittura sfondato una transenna con siparietto divertente della sicurezza che la picchetta a ritmo di musica), e Subtronics, intervallata dalla d’n’b di Imanu e dall’hard techno del progetto Nottelunga di Edmmaro, ormai considerato uno dei resident di Nameless e sicuramente uno degli artisti più apprezzati dall’intero pubblico grazie alla sua eterogeneità e al suo carisma.
Sul main stage molto bene il live di Kenya Grace, poi la tripletta firmata dai nomi più attesi. Chase & Status, Steve Angello e deadmau5. Il primi esibitisi in dj set con alla console uno solo dei due, ma con un vocalist in grado di reggere da solo il palco. Durante la performance la pioggia ha reso il tutto estremamente poetico: il temporale si è intensificato quando è partita ‘Baddadan’ con fulmini dietro lo stage che sono proseguiti fino alla fine del set successivo, quello di Steve Angello. Lo storico membro degli Swedish House Mafia ha fatto commuovere tutti e ha ricordato perchè è una leggenda, suonando alcuni classici che da anni sono nel cuore di tutti gli appassionati. A chiudere ci ha pensato deadmau5 con un set maturo, tutt’altro che banale, nel quale è comunque riuscito a “infilarci” le sue hit come ‘Ghosts’n’Stuff’ (remixata da Jauz), il remix di Tommy Trash di ‘The Veldt’, e ultima, ma non certo per importanza la sua ‘Strobe’, considerata da tutti una delle canzoni più importanti della storia della musica elettronica.
Foto: Instagram @steveangello
Day 3, la domenica. Il giorno più vario, quanto meno sul main stage. Damianito, dj di Salmo e vincitore di parecchie gare di scratch, ha anticipato il live dei Parisi, fratelli prodigio, producers italiani in grado di portarsi a casa un Grammy per aver collaborato con Fred again.. per ‘Actual Life 3’. Dopo Merk & Kremont è stato il turno della pop star Annalisa che con il suo show ha convinto anche i più scettici. Poi è stato il turno dell’argentino Bizarrap, di un Dj Snake in grande spolvero e di Hardwell che finalmente si è preso la rivincita sulla sfortunata esibizione dell’anno scorso (interrotta per diluvio universale), e a chiudere il festival sul palco principale. Sul Tent molto bene il set di Sammy Virji, quello tech house dei Sidepiece (duo formato da Party Favor e Nitti Gritti) e di Tespilot, l’alias techno (anche se definirlo tale è estremamente riduttivo) di deadmau5.
Foto: Paolo Alfieri
Nameless Festival si è confermato uno dei festival più importanti dal punto di vista internazionale a livello artistico. Ma la cosa ancora più significativa, è che si è confermato un festival importante per tutti i partecipanti. Sostengo questo, perchè la frase più ricorrente che ho sentito in giro per l’area del festival è stata “finalmente siamo tornati a casa”. Nameless è stato in grado di crearsi una propria fanbase che esula dal punto di vista strettamente musicale.
Nonostante le circa 90mila presenze spalmate sui tre giorni, la sensazione è stata quella che tutti si conoscessero, e garantisco che in molte occasioni era effettivamente così perchè da anni è il punto di ritrovo di persone provenienti da tutta Italia e non solo. Alberto e il suo team sono stati in grado di costruire non solo un festival, ma una vera e propria esperienza in grado di legare migliaia di partecipanti che per tre giorni non pensano altro che a divertirsi insieme, come una grande famiglia.
E quindi, nonostante le critiche, e le avversità climatiche, Nameless Festival ha le spalle larghe e la consapevolezza di poter contare su uno dei pubblici più belli, che il giorno dopo la fine dell’evento ha già mandato soldout i super early tickets dell’edizione del prossimo anno (che si terrà il 31 maggio, l’1 e il 2 giugno 2025). E questo è possibile perchè per tanti, Nameless Festival è un posto sicuro, una seconda casa.
20.06.2024