foto: ufficio stampa Tomorrowland
Che cosa spinge ogni anno il festival Tomorrowland a migliorarsi di edizione in edizione, a raggiungere numeri ed indici di gradimento sempre in crescita, a stupire ogni volta in entrambi i suoi week-end? DJ Mag Italia era presente il primo fine settimana e prova a raccontarvelo.
I numeri
400mila presenze – 200mila per ciascun weekend – provenienti da oltre 200 nazioni diverse (alle Olimpiadi di Parigi sono 204, più la rappresentativa dei rifugiati), un’area complessiva di 340mila metri quadrati, 16 palchi, più di 800 artisti, personale al lavoro composto da più di 15mila persone, oltre 500 volontari dedicati al riciclo. I numeri – si sa – non dicono e raccontano tutto ma sono sempre molti indicativi e nel caso del Tomorrowland sono numeri da record, come se dal nulla si palesasse una città con gli stessi residenti di Bologna. Per tacere di Dreamville, il villaggio dove sono si può campeggiare e pernottare durante il festival belga, capace di ospitare 38mila persone ogni week-end su un’area di 780mila metri quadrati, corrispondenti a 145 campi da calcio e dotato persino di campi da padel.
Il tema
Il tema scelto quest’anno da Tomorrowland è stato LIFE, atto a celebrare il 20esimo anniversario del festival e che ha rappresentato un vero e proprio prequel di Elixir of Life, il tema del 2016. Tutto questo si è tradotto in palchi, scenografie, dettagli infinitesimali a tema, come i dolci macarons con impresso il logo del festival e tantissimo altro, in primis una compilation in vinile ed il romanzo d’avventura The Spirit of Life, nel quale si racconta in un futuro o in un passato remoto di Silvyra, un mondo a sé dove sta per verificarsi la congiunzione di due lune. Fantasia, suggestioni e multiverso: Tomorrowland va davvero oltre.
La musica
Tra i meriti indiscussi di Tomorrowland, la capacità di proporre i più variegati generi di musica elettronica, con il mainstage che non è più patrimonio esclusivo dell’EDM e dei dj superstar. Certo, il set di chiusura è sempre affidato ad artisti mainstream, ma le aperture importanti ad altri generi non mancano e non mancano da anni: non soltanto con i set di apertura – le cosiddette breakday sessions – ma anche nel tardo pomeriggio ed in prima serata, grazie ad esempio a Vintage Culture, Amelie Lens, Adriatique e ANYMA. Quest’ultimo ha ribadito sia da solo sia come Tale of Us di vivere un vero e proprio stato di grazia, appena confermato dai sold out delle sue date a Las Vegas (ben sei nella già mitica Sphere) a fine dicembre.
Il main stage è il biglietto da visita di ogni festival, ma di fatto è una delle opzioni disponibili, una delle sedici nel caso di Tomorrowland. Tre i palchi in particolare che hanno saputo attirare la nostra attenzione nel nostro week-end: Freedom Stage, Crystal Garden e Core. Freedom Stage è interamente indoor e ha offerto la canonica ma sempre eccellente performance di Symphony of Unity, l’orchestra di Tomorrowland composta da 80 musicisti e che propone un’ora di grandi successi elettronici (Eric Prydz, Faithless, Swedish House Mafia) in chiave orchestrale. Domenica 21 Freedom Stage ha ospitato Afterlife, con la chiusura affidata prima a MRAK e poi a Tale of Us.
Venerdì 20 Crystal Garden è diventato la casa di Keinemusik, con tre ore di set di &Me, Adam Port e Rampa, per quanto riguarda lo scrivente da tempo il meglio che la musica elettronica possa offrire. Affiatati come pochi, sempre sorridenti, sempre in grado di proporre le loro produzioni più celebri alternate ad inediti che i presenti andavano spasmodicamente a cercare senza esiti su Shazam. Come sanno prendersi loro il centro della scena è davvero qualcosa che si è visto e sentito molto poco negli ultimi anni. Analogo canovaccio domenica 22, quando al Crystal Garden era in programma Solomun b2b Four Tet: anche qua si è volato altissimo, il tutto confermato dalla vera e propria processione dei vari ANYMA, Amelie Lens, Don Dolla che sono arrivati in console durante il set per non andarsene più. Ultimo ma non meno importante, lo stage CORE, immerso nella foresta e che sabato 20 ha ospitato Bonobo e Dixon e domenica 21 ha affidato il gran finale a The Blessed Madonna, sempre capace di capire il momento e di mettere la traccia giusta al momento giusto, con una tecnica che è qualcosa alla quale ci è stato dato di assistere assai raramente.
Un impero mondiale
Anche quest’anno il doppio week-end di Tomorrowland non fa che confermarne il suo status di assoluta grandezza, certificato una volta di più anche dall’essere al numero uno nella nostra Top 100 Festivals. Tutto questo lo si è raggiunto con un’attenzione maniacale ad ogni dettaglio, con la voglia di volgere lo sguardo sempre un po’ più in là ed alla capacità di espandersi in tutto il mondo, dal Brasile agli Emirati, dalle Alpi Francesi ad Ibiza. Chi vuole capire davvero che cosa sia un festival e perché funziona come un orologio atomico per applicazioni spaziali – di quelli che perdono un secondo ogni tre milioni di anni – si faccia prima possibile un giro al Tomorrowland.
27.07.2024